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Certificati INPS per malattia e degenza in ospedale e PS

Le strutture di pronto soccorso sono tenute alla trasmissione telematica dei certificati di malattia e ricovero. In caso di ricovero ospedaliero l’INPS eroga ai lavoratori subordinati e parasubordinati una indennità di ricovero che sostituisce la semplice indennità di malattia . L’Inps precisa che le strutture di pronto soccorso sono tenute alla trasmissione telematica dei certificati di malattia e ricovero. In caso di ospitalità notturna del malato il lavoratore dovrà farsi rilasciare l’apposito certificato di ricovero, in caso di dimissione del malato senza permanenza notturna presso la struttura, invece, il certificato da produrre sarà quello di malattia.
Nel caso in cui le strutture siano impossibilitate a procedere con la trasmissione telematica dei certificati di ricovero o di malattia, potranno rilasciarli in modalità cartacea, riportando tutti gli elementi obbligatori previsti dalla legge con particolare riguardo alla diagnosi e alla prognosi.
Nel caso l’azienda ospedaliera non sia in grado di emettere il certificato in forma telematica, questo può anche essere prodotto in forma cartacea, ed a questo proposito l’INPS precisa ulteriormente che ,”mentre in caso di certificato telematico non sussiste alcuna ambiguità, qualora venga rilasciato un certificato cartaceo – sia compilato a mano che stampato da procedura gestionale – l’eventuale dicitura “prognosi clinica” deve essere integrata/sostituita con quella prevista dalla legge di “prognosi riferita all’incapacità lavorativa”.
La Circolare INPS 1094 del 9 marzo l’INPS ulteriori precisazioni per i casi in cui il paziente sia trattenuto in pronto soccorso senza ricovero vero e proprio nella struttura ospedaliera. per necessità di accertamenti prolungati per giungere ad una diagnosi e al ricovero nella struttura specializzata più idonea o per mancanza di posti letto adeguati.
9 Marzo 2018
Circolare INPS 1074 su Indennità di malattia. Permanenza prolungata di pazienti presso le Unità operative di Pronto Soccorso. Istruzioni operative.
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16 marzo 2018 at 07:07 Lascia un commento

tempi di attesa e prescrizioni sanitarie

Si segnala quanto richiesto dall’Assessore della Sanità, On. Massimo Russo, con Decreto Regione  Sicilia per le Prescrizioni Sanitarie, al fine di ridurre i tempi di attesa per le visite e le prestazioni sanitarie, ed individuare eventuali sprechi in base alla tipologia ed alla entità delle prescrizioni indotte.

( http://www.gurs.regione.sicilia.it/Gazzette/g10-38/g10-38.pdf  – pag. 38 “DECRETO 12 agosto 2010”)

REGOLAMENTO DI GESTIONE DELLE PRESCRIZIONI

1. I soggetti prescrittori preposti all’uso del ricettario unico regionale sono i seguenti:

• MMG e PLS;

• medici specialisti ambulatoriali interni;

• medici di continuità assistenziale;

• medici ospedalieri;

• medici degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e dei Policlinici universitari.

2. Su ogni prescrizione di prestazione specialistica ambulatoriale effettuata su ricettario unico regionale deve essere riportata:

a. la formulazione della diagnosi o del quesito diagnostico;

b. la specifica indicazione relativa al livello di priorità clinica, limitatamente, in atto, alle prestazioni critiche riportate in appendice;

c. l’indicazione se trattasi di prescrizione suggerita dallo specialista.

Nello stabilire il livello di priorità i medici prescrittori devono riferirsi agli elementi individuati nell’accordo Stato-Regioni dell’11 luglio 2002 e ribaditi nel decreto 17 novembre 2009:

1) severità del quadro clinico (incluso il sospetto diagnostico);

2) prognosi (quoad vitam o quoad valitudinem);

3) tendenza al peggioramento a breve;

4) presenza di dolore e/o di deficit funzionale;

5) implicazioni sulla qualità di vita;

6) casi particolari che richiedono di essere trattati in un tempo prefissato;

7) speciali caratteristiche del paziente che possono configurare delle eccezioni, purché esplicitamente dichiarate dal medico prescrittore.

Da questi elementi scaturiranno le attribuzioni della priorità da parte del Medico prescrittore, che comporteranno inoltre da parte delle strutture erogatrici l’attivazione di agende di prenotazione differenziate:

– prestazione di emergenza-urgenza = va sempre indirizzata in pronto soccorso;

– prestazione di tipo U (urgente) = entro 24-48 ore;

– prestazione di tipo B (breve) = entro 10 giorni;

– prestazione di tipo D (differibile) = entro 30 giorni;

– prestazione di tipo P (programmata) = prestazione programmata.

3. Il medico che effettua una prescrizione, nel caso in cui non utilizzi il ricettario unico regionale, a partire dall’1 ottobre 2010, deve apporre su ogni prescrizione effettuata:

a. la firma;

b. il proprio timbro indicante nome e cognome, sigla della provincia sede dell’ordine professionale e n. di iscrizione all’Ordine (es: Mario Rossi – RG 10773).

c. la data della prescrizione;

d. se operanti in una struttura, la denominazione della stessa.

4. Nel caso in cui un soggetto prescrittore utilizzi il ricettario unico regionale e segnali la prescrizione come “suggerita”, dovrà trascrivere nel “campo a disposizione delle regioni” (all. 2 ter al disciplinare tecnico del decreto ministeriale 17 marzo 2008) della ricetta, il n. di iscrizione all’Ordine, preceduto dalla sigla Provincia sede dell’Ordine professionale, del soggetto che ha stilato la prescrizione “inducente”.

5. Le aziende sanitarie provinciali sono tenute ad effettuare il monitoraggio e controllo delle prescrizioni specialistiche effettuate presso le strutture pubbliche e private accreditate al fine di verificare l’appropriatezza delle prescrizioni e l’adesione alla normativa.

Si raccomanda pertanto ai cittadini che devono effettuare visite specialistiche (anche se di controllo o successive alla prima):

  1. di recare con sé tutte le indagini e la terapia effettuate – onde evitare inutili ripetizioni di indagini o terapie
  2. di richiedere al Medico Specialista, sprovvisto di ricettario regionale, la compilazione corretta con i dati del paziente, diagnosi, data, struttura ove opera e timbro con il proprio nome, cognome, sigla della Provincia e n. di iscrizione all’Ordine.

10 settembre 2010 at 12:46 Lascia un commento

Mpa: presentato il coordinamento femminile provinciale

http://lnx.cataniapolitica.it/wordpress/archives/11669

Un Coordinamento provinciale per rendere le donne protagoniste della vita non soltanto del partito, ma del territorio. Così la coordinatrice provinciale Margherita Ferro ha definito la “squadra” presentata oggi nella sede del Movimento, in via Pola, presenti Margherita Ferro, del Comitato nazionale del Movimento, il commissario provinciale Rosario Sapienza, e i coordinatori d’ambito della provincia di Catania. Del Coordinamento provinciale fanno parte Nuccia Ragusa (Catania), Lucia Tuccitto e Angela Pennisi (Acireale), Maria Arena e Maria Concetta Giuliano (Pedemontana), Teresa Sodano e Patrizia Pellegrino (Giarre) e Rosalba Li Rosi (Caltagirone).

“Auguro al Movimento femminile – ha detto nel suo saluto d’apertura il commissario Sapienza – una nuova stagione di impegno e consensi per l’autonomia della regione siciliana. Le donne sono una componente essenziale del nostro movi8mento perché rappresentano un elemento centrale nella società siciliana”.

“Penso – ha detto Margherita Motta – che possiamo dare un contributo importante allo sviluppo del territorio siciliano. E’ un impegno forte quello che vogliamo assumerci, ciascuno per le proprie responsabilità. E con il lavoro di tutte le donne possiamo colmare il gap che ci separa dagli uomini nell’occupare posti di responsabilità anche a livello politico”.

23 giugno 2010 at 08:53 Lascia un commento

Patto per la salute: la posizione delle Regioni del Mezzogiorno

da sudnews

http://www.sudnews.it/notizia/34993.html

Di seguito, il documento approvato dalle Regioni del Mezzogiorno sul Patto della Salute, dopo la riunione che si è tenuta oggi presso la sede della Regione Puglia a Roma. Il documento è stato firmato dagli assessori alla Sanità di Puglia, Sicilia, Campania, Sardegna, Calabria, Molise e Basilicata.

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Se si interpreta il processo di attuazione del federalismo, avviato dalla modifica del titolo V della Costituzione, come un necessario percorso di modernizzazione del paese, non si può non considerare la necessità di un impegno comune delle regioni per la realizzazione di un programma che garantisca la tenuta dei sistemi territoriali, quale condizione imprescindibile per lo sviluppo complessivo del paese. Il sistema sanitario nazionale è considerato tra i migliori nel panorama internazionale per il suo carattere universalistico e solidale nonché per la sua equità; valori questi che si concretizzano nel modello organizzativo con il quale le regioni assicurano una funzione assistenziale che coniuga la autonomia decisionale delle stesse con l’affermazione della unicità del servizio sanitario nazionale.
In questo contesto va rilevato, senza alcuna ipocrisia, che il sistema sanitario nazionale è tuttavia fortemente caratterizzato dalla divaricazione strutturale nord-sud, fenomeno questo comune a tutti gli altri settori della vita sociale e maturata all’interno del processo storico del paese. Non vi è dubbio, quindi, che per difendere il diritto alla tutela della salute di tutti i cittadini, sancito dalla costituzione, e per garantire l’unicità del sistema sanitario sia necessario attuare scelte politiche che, in linea con quanto più volte sottolineato dal Presidente della Repubblica sulla necessità di colmare il divario Nord – Sud, favoriscano un progressivo adeguamento dei sistemi sanitari del mezzogiorno rispetto a quelli in esercizio nelle aree più sviluppate del paese.
A questo proposito va detto che la rete di offerta dei servizi sanitari delle regioni settentrionali si è andata consolidando nel tempo grazie a scelte di riorganizzazione e ammodernamento tempestive ed appropriate realizzate attraverso opportuni investimenti. Negli ultimi anni gli elementi utilizzati ai fini del riparto del fondo sanitario nazionale, che hanno disatteso gli stessi principi previsti dal legislatore con la Legge 662/96, non hanno aiutato a ridurre il gap ma anzi hanno determinato un progressivo allargamento della forbice nord-sud. La lettura dei bisogni sanitari, infatti, è stata fatta quasi esclusivamente sulla rilevazione della popolazione pesata per età misconoscendo il fondamentale rilievo degli altri indici che misurano l’accesso ai servizi sanitari in ragione di valutazioni di ordine socio economico.
Quest’ultimo criterio giustifica la più alta richiesta di prestazioni in quelle aree del paese che soffrono condizioni di indubbio disagio socio-economico. L’altro criterio che deve trovare piena applicazione fa riferimento alla necessità di garantire la piena funzionalità del sistema in tutte quelle condizioni di scarsa crescita o addirittura di decremento della popolazione, che rischiano di compromettere la sostenibilità del sistema regionale e parallelamente la tenuta complessiva del sistema sanitario nazionale. La correzione dei criteri di finanziamento del sistema sanitario delle regioni meridionali non solo rappresenta l’adempimento di un dovere di solidarietà, ma costituisce un comune obiettivo cui deve tendere l’intero sistema sanitario del Paese sia dal punto di vista dell’efficienza che della efficacia. E’ interesse comune, quindi, trovare un’ intesa per sostenere il percorso necessario a alla sua realizzazione. D’altro canto, la stessa Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome nel documento approvato il 23 ottobre 2009 ha posto l’accento sulla necessità di riequilibrare la capacità di fornire servizi di eguale qualità ed efficacia su tutto il territorio nazionale e di dare certezza di risorse per il SSN su un arco pluriennale, in attesa della entrata in vigore del federalismo fiscale di cui alla legge 42 del 2009.
La volontà di aderire al Patto della Salute 2010-2012 da parte delle regioni del mezzogiorno, pur in presenza di alcuni elementi penalizzanti, costituisce un atto di responsabilità nel contesto di un progressivo adeguamento alla architettura di uno stato federale che contemperi le esigenze di ammodernamento del Sistema Sanitario Nazionale (al quale contribuiscono tutti i Sistema Sanitari Regionali) con la equità dell’accesso e il valore dell’universalismo del modello organizzativo. Tale adesione va tuttavia correttamente connessa alla individuazione di un meccanismo di riparto che tenga conto della necessità di assicurare appropriate risorse finanziarie in grado da una parte di soddisfare i bisogni di salute espressi dalla popolazione e dall’altra di sostenere i sistemi regionali nella loro conformazione strutturale e organizzativa. Si tratta, in vero, di garantire a ciascun cittadino il diritto alla parità delle prestazioni.
A tal fine, le regioni del mezzogiorno valutano ineludibile la considerazione che per la realizzazione degli obiettivi citati è necessario adottare criteri che tengano conto: 1) che nel riparto finanziario del Fondo Sanitario Nazionale si introducano criteri che implicano una allocazione delle risorse più equa e solidale; 2) che per i fenomeni di disagio socio-economico si concordino parametri di aggiustamento indispensabili per assicurare il corretto finanziamento dei relativi sistemi regionali; 3) che siano riconosciute modalità di riequilibrio per le situazioni che presentino diseconomie di scala. In un momento di forti cambiamenti ordinamentali e di continua evoluzione del contesto sociale, peraltro caratterizzato da una congiuntura economica che presenta oggettive criticità, appare responsabile da parte di tutti condividere un percorso solidale e sostenibile.
Firmato gli Assessori alla Sanità: Tommaso Fiore Regione Puglia Massimo Russo Regione Sicilia Mario Santangelo Regione Campania Antonio Angelo Liori Regione Sardegna Domenico Cersosimo Regione Calabria Nicola Passarelli Regione Molise Antonio Potenza Regione Basilicata

03/12/2009

3 dicembre 2009 at 13:14 Lascia un commento

SANITÀ IN SICILIA tra riforma, casi e prevenzione

http://giornale.lasicilia.it/giornale/0209/CT0209/ILFATTO/MO03/navipdf.html

INTERVISTA CON L’ASSESSORE REGIONALE MASSIMO RUSSO

di ANDREA LODATO

Assessore Russo

«Rispettati tempi e regole ora più servizi e più qualità» «Per l’emergenza centri di eccellenza e più piattaforme di elisoccorso»

26 LE VECCHIE AZIENDE SANITARIE La riforma in Sicilia ha mandato in soffitta ben 9 aziende sanitarie snellendo l’apparto burocratico

17 LE AZIENDE ATTIVE DA IERI Si sono già insediati i nuovi direttori generali a cui sarà affidato il cambiamento del sistema sanitario

40 ELISUPERFICI ATTUALEMENTE DISPONIBILI Il programma prevede la costruzione di altre basi per raggiungere qualsiasi punto della Sicilia entro 30 minuti.

L’assessore Massimo Russo gongola sempre moderatamente e poco si esalta,anche quando, in fondo, può celebrare un avvenimento: «Il 1° settembre, come avevamo assicurato, abbiamo dato alla Sicilia ed ai siciliani una sanità profondamente riformata. Qualcuno non ci credeva, pensava che rimanessimo nel guado, impaludati perché c’erano resistenze, parecchie resistenze, a superare le vecchie logiche. Non è andata così. E da oggi apriamo un nuovo capitolo per l’assistenza sanitaria siciliana. Sono nate le 17 aziende sanitarie di cui il territorio ha bisogno, si sono insediati i nuovi direttori generali. Puntiamo su di loro, sulle professionalità, sulla serietà, sul fatto che abbiano colto già da ora il profondo senso di cambiamento che bisogna dare al sistema». Per niente facile arrivare sin qui, tutt’altro che agevole sarà andare avanti, perché gli ostacoli sono tanti, le strade delle riforme quasi tutte accidentate. Soprattutto in un mondo come quello della sanità, dove vanno invertite radicate culture, che riguardano quasi indistintamente politici, medici, malati. «Abbiamo voluto mettere un punto a quel concetto che il sistema sanitario dovesse o potesse essere finalizzato agli interessi degli operatori, perché è esattamente il contrario: l’intera organizzazione del sistema e gli operatori devono essere costantemente al servizio dei cittadini ». L’assessore si spinge oltre. C’è la questione delle professionalità e delle energie umane da valorizzare. «Direi ancora prima da liberare, da recuperare, da rendere protagoniste della nostra sanità. Perché in Sicilia troppi operatori bravi sono stati sacrificati. Quindi vogliamo partire dal loro effettivo recupero, così come voglio dire ai tanti bravi medici che se ne sono andati dalla nostra regione, non ritenendo ci fossero le condizioni per svolgere al meglio il loro lavoro, che noi aspettiamo che tornino a lavorare in Sicilia, ad offrire il loro contributo al sistema sanitario dell’Isola, a contribuire a fare di ogni struttura un’eccellenza ».
L’assessore Russo insiste su questo punto, perché ciò che con la riforma, con la valorizzazione delle risorse presenti e con quelle di ritorno, vorrebbe abbattere ulteriormente le fughe sanitarie dei siciliani: «I nostri pazienti devono sapere che in Sicilia potranno trovare sempre più strutture efficienti, personale medico e paramedico preparato, tecnologie all’avanguardia, un’assistenza di qualità competitiva con quelle di qualsiasi altra regione italiana». Ovviamente nessuno insegue la chimera di potere avere ogni tipo di assistenza di eccellenza, visto che ci sono luoghi ed esperienze in qualche caso irripetibili, qualcuna in Sicilia, del resto, altre fuori com’è naturale. E questo concetto, però, serve ad introdurre un altro passaggio importante dell’intervento dell’assessore Russo, legato in qualche modo alla tragedia di Mazzarino e alla richiesta che su tutto il territorio sia spalmata l’assistenza, la rete ospedaliera, la capacità di intervenire sull’emergenza. «Su questo vorrei essere chiaro, perché il messaggio che i cittadini devono recepire è semplice e logico: non è il posto più vicino che bisogna cercare quando ci si trova di fronte ad un’emergenza, ma il presidio migliore, quello più adeguato e che offre i servizi che possono effettivamente consentire interventi determinanti per salvare vite umane. Con la nostra riforma, come ho sempre detto e lo voglio ribadire oggi, la presenza sul territorio del sistema sanitario è garantito, ma dobbiamo provare a superare anche il concetto per cui è necessario avere un ospedale sotto casa. Anche perché, come insegna l’esperienza nostra, ma anche quella di molti altri paesi che ci hanno preceduto in questo genere di riforme, gli ospedali piccoli spesso si rivelano pericolosi e poco efficienti e funzionali sia per chi vi opera sia per chi vi ricorre. Ci siamo molto occupati di questo nuovo sistema di assistenza nel territorio e uno dei punti cardine per quanto riguarda l’emergenza è, ripeto, la capacità e la lucidità che deve ispirare l’azione di chi interviene nel trasferire nel minor tempo possibile un malato nel centro migliore dove possa ricevere cure adeguate. Avere un ospedale vicino, in qualche caso, può essere persino controproducente se la struttura non è in grado di prestare l’assistenza specialistica richiesta. Per questo anche con il 118 stiamo lavorando e lavoreremo ancora nelle prossime settimane, affinché gli operatori dell’emergenza siano sempre in grado di trasferire i malati nelle strutture migliori». C’è, naturalmente, il problema della logistica del trasferimento. Non sfugge all’assessore Russo la problematica, pesante, legata ai ritardi infrastrutturali, al fatto, in poche parole, che ci sono ancora non paesini sperduti, ma città e grandi paesi della Sicilia che hanno un pessimo sistema viario. In questo caso, chiediamo, l’assistenza nel posto migliore, dove è garantita un’assistenza di alto profilo, come può essere assicurata? «Stiamo studiando una nuova mappa delle superfici degli eliporti dove potere far atterrare l’elisoccorso. La nuova mappa, studiata a tavolino, dovrà avere elisuperfici sparse sul territorio in modo tale che nel caso di gravi emergenze che richiedono interventi molto veloci, si possa utilizzare il servizio aereo e che gli elicotteri trovino basi per atterrare utili per potere coprire la maggior parte del territorio dell’Isola, in particolare, naturalmente, proprio quelle aree più difficilmente raggiungibili dalle strade».

2 settembre 2009 at 20:30 Lascia un commento

CAMBIA IL SISTEMA IN SICILIA, IN VIGORE LA RIFORMA

Si riducono le aziende sanitarie, si istituiscono i distretti

http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200909011227-hpg-rsa0022-cambia_il_sistema_in_sicilia_in_vigore_la_riforma

(AGI) – Palermo, 1 set. – La sanita’ cambia volto da oggi in Sicilia con l’entrata in vigore della riforma che riduce da 29 a 17 le aziende sanitarie e istituisce i distretti ospedalieri. Per attuare la svolta, il governo regionale ha nominato 17 nuovi manager, senza confermare nessuno degli uscenti, e ai dirigenti che si sono insediati stamani ha assegnato precisi obiettivi che saranno sottoposti a verifica trimestrale. La riforma “rappresenta un segnale di forte discontinuita’ con il passato. Il nostro motto deve essere: regole, regole, regole”, ha detto l’assessore regionale alla Sanita’, Massimo Russo, che ieri ha incontrato i manager. “Nel piu’ breve tempo possibile -ha spiegato- dovremo procedere alla fase degli accorpamenti, migliorando i servizi territoriali, offrendo ai cittadini piu’ servizi e piu’ qualita’, eliminando sprechi e privilegi, abbattendo le liste d’attesa, potenziando i pronto soccorso e la rete dell’emergenza urgenza del 118, e occupandoci perfino di quello che nella legge viene definito il decoro ambientale. Piu’ in generale, dovremo pian piano ricreare quel clima di fiducia nei confronti della sanita’ siciliana che si e’ progressivamente perso negli ultimi anni”. La riforma e’ stata approvata il 25 marzo scorso dall’Assemblea regionale siciliana a conclusione di un iter segnato da aspre contrapposizioni interne alla maggioranza, in uno scontro culminato nella presentazione di un testo alternativo a quello del governo da parte del Pdl e dell’Udc, che all’epoca era in giunta. Uno dei capitoli piu’ acuti delle tensioni poi sfociate nella nascita del Lombardo bis, con l’esclusione dell’Udc. Altri punti chiave del riassetto sono la deospedalizzazione e il potenziamento dei servizi territoriali, il passaggio del servizio di emergenza-urgenza del 118 sotto controllo interamente pubblico, assistenza a tutti, cittadini italiani e non, senza distinzione di razza, lingua e religione e senza alcun tipo di segnalazione alle autorita’ di polizia. Una cura necessaria per la sanita’ siciliana che aveva accumulato un deficit di circa 900 milioni di euro, 250 dei quali per pagare la cosiddetta “mobilita’ passiva”, ossia le cure che i siciliani hanno ricevuto nelle strutture di altre regioni. La Sicilia ha tre anni di tempo per arrivare al pareggio. Nel 2008 si sono recuperati circa 400 milioni e altrettanti dovranno rientrare entro il 2009.

1 settembre 2009 at 21:36 Lascia un commento

Sanità Sicilia: Le schede dei nuovi Manager

http://www.vivienna.it/notizie/notizia.php?id_news=31515&titolo=Sanit%C3%A0%20Sicilia:%20Le%20schede%20dei%20nuovi%20Manager

Russo e Lombardo
PALERMO – “Dobbiamo diventare subito una grande squadra, capace di dare un segnale forte di svolta. E’ necessario prendere subito contezza del lavoro che ci attende per dare seguito a tutti gli adempimenti previsti nella legge di riforma della sanità approvata dal Parlamento regionale”.
Con questa frase l’assessore regionale alla Sanità Massimo Russo ha accolto i 17 manager nominati ieri dalla Giunta di Governo e che dal primo settembre saranno alla guida delle nuove aziende sanitarie siciliane.
“E’ stato un primo costruttivo confronto per darci obiettivi e scadenze – ha aggiunto Russo – e abbiamo deciso che ci incontreremo collegialmente più volte al mese per uno scambio di informazioni che, nel rispetto dell’autonomia dei singoli, potrà essere utile per affrontare e superare in modo omogeneo eventuali criticità. Prima della fine dell’anno dovremo completare la delicata fase degli accorpamenti che abbiamo già disegnato con il decreto di rimodulazione della rete ospedaliera e dovremo potenziare i servizi territoriali. L’obiettivo primario è quello di recuperare al più presto la fiducia dei cittadini, far capire loro che stiamo lavorando per offrire servizi più qualificati in tutto il territorio regionale”.
Fra le priorità segnalate dall’assessore Russo c’è l’abbattimento delle liste d’attesa, il miglior funzionamento dei pronto soccorso, la riduzione della mobilità passiva che è costata al sistema 250 milioni di euro all’anno e una particolare attenzione al decoro ambientale, trasformando le strutture sanitarie in luoghi accoglienti.

In sintesi il curriculum dei nuovi manager della sanità siciliana.

ASP AGRIGENTO

Salvatore Olivieri, nato a Catania il 3 gennaio 1941, laureato in giurisprudenza. Direttore amministrativo presso la Ausl 3 dal 1995 al 1997; dal 97 al 2001 direttore amministrativo all’azienda ospedaliera Vittorio Emanuele di Gela dove tra il 98 e il 99 ha svolto la funzione di direttore generale facente funzioni; dal 2001 al 2002 direttore amministrativo alla azienda ospedaliera San Giovanni Di Dio di Agrigento; dal 2002 al 2005 direttore generale all’azienda ospedaliera Sant’Elia di Caltanissetta.

ASP CALTANISSETTA

Paolo Cantaro, nato a Caltagirone (CT) il 18 marzo 1949, laureato in medicina e chirurgia. Dal 1996 ricopre il ruolo di direttore sanitario all’azienda ospedaliera Vittorio Emanuele, incarico che ha mantenuto anche dopo la trasformazione del Vittorio Emanuele in azienda ospedaliero – universitaria, avvenuta il 16 gennaio 2004. Ha fatto parte di numerosi comitati scientifici ministeriali, su vari progetti di ricerca finalizzati.

ASP CATANIA

Giuseppe Calaciura, nato a Biancavilla (Ct) il 15 febbraio 1951. Laureato in medicina e chirurgia. Dal 1991 al 2002 è stato primario di anestesia e rianimazione all’Ausl 3 di Catania. Dal 2002 al 2005 è stato direttore sanitaria aziendale dell’azienda ospedaliera Garibaldi di Catania. Dal 2005 a oggi direttore sanitario aziendale alla Ausl 4 di Enna.

ASP ENNA

Nicola Renato Baldari, nato a Oppido Mamertina (Reggio Calabria) il 4 gennaio 1951. Laureato in medicina e chirurgia. Dall’1 febbraio 2001 a oggi è stato primario di medicina e chirurgia d’accettazione e urgenza all’ospedale Piemonte di Messina. E’ stato deputato all’Ars nella XIII legislatura (2001-2006) durante la quale ha ricoperto la carica di vicepresidente della commissione legislativa “cultura, formazione e lavoro”. Attualmente è direttore sanitario al “Papardo” di Messina.

ASP MESSINA

Salvatore Emanuele Giuffrida, nato a Catania l’1 gennaio 1959. Laureato in medicina e chirurgia. Dal 1995 al 2005 è stato direttore medico di presidio ospedaliero all’azienda ospedaliera “Cannizzaro” di Catania. Dal 2005 a oggi ha svolto il ruolo di direttore sanitario aziendale dell’Arnas “Garibaldi” di Catania. Nel marzo del 2004 è stato vicepresidente dell’ANMDO (associazione nazionale medici di direzione ospedaliera).

ASP PALERMO

Salvatore Cirignotta, nato a Vittoria (Ragusa) il 26 ottobre 1954. Laureato in giurisprudenza. Ha svolto numerosi incarichi in magistratura. Dal 2000 al 2002 è stato direttore generale dell’Ausl di Latina. Dal 2002 al 2005 capo del dipartimento sociale della Regione Lazio. Dall’1 giugno 2005 all’8 giugno del 2006 è stato commissario straordinario all’IRCCS “Istituti fisioterapici ospitalieri di Roma”. Poi è rientrato in magistratura ordinaria svolgendo la funzione di giudice del lavoro presso il Tribunale di Roma.

ASP RAGUSA

Ettore Gilotta, nato a Ragusa il 16 aprile 1951. Laureato in giurisprudenza. Dal 1992 al 2000 dirigente amministrativo all’Università di Catania. Dal 2000 al 2006 direttore generale dell’azienda ospedaliera “Policlinico” di Catania. Dal 2006 a oggi dirigente amministrativo dell’Università di Catania e direttore amministrativo del Consorzio “Istituto superiore di Catania per la formazione di eccellenza”.

ASP SIRACUSA

Franco Maniscalco, nato a Ragusa il 10 novembre 1952. Laureato in scienze politiche. Dal 1997 al 2005 dirigente di struttura complessa all’Ausl 8 di Siracusa. Nel 2005 diventa direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera “Sant’Elia” di Caltanissetta. Negli ultimi mesi è stato commissario straordinario dell’Ausl 8 di Siracusa.

ASP TRAPANI

Fabrizio De Nicola, nato a Palermo il 26 aprile 1957. Laureato in giurisprudenza. Dal 1990 al 2004 funzionario amministrativo dell’Ircac. Dal 2004 al 2006 coordinatore della segreteria tecnica dell’assessorato regionale alla Presidenza. Dal 2006 a oggi è tornato a svolgere il ruolo di funzionario amministrativo dell’Ircac. Docente presso il consorzio universitario della provincia di Agrigento dal 2006 al 2007.

AZIENDA OSPEDALIERA “CANNIZZARO” DI CATANIA

Francesco Poli, nato a Catania il 14 settembre 1937. Laureato in giurisprudenza. Dal 1983 al 1995 direttore amministrativo all’USL 36 di Catania. Dal 1995 al 96 direttore generale dell’azienda ospedaliera Vittorio Emanuele di Catania. Dal 1997 al 2002 direttore generale dell’Ausl 5 di Messina. Dal 2002 al 2005 direttore generale dell’azienda ospedaliera Arnas “Garibaldi” di Catania. Dal 2008 a oggi è stato consulente dell’assessorato regionale alla Sanità.

AZIENDA OSPEDALIERA “PAPARDO – PIEMONTE” DI MESSINA

Armando Caruso, nato a Scicli (Ragusa) il 25 novembre 1946. Laureato in scienze politiche. Dal 1996 al 1999 dirigente amministrativo all’Usl 22 di Vittoria. Nel 1999 capo del settore “personale” all’Ausl 5 di Messina. Dal 1999 al 2002 capo settore “personale” all’Ausl 7 di Ragusa dove successivamente ha svolto anche l’incarico di direttore amministrativo.

AZIENDA OSPEDALIERA “VILLA SOFIA – CERVELLO” DI PALERMO

Salvatore Di Rosa, nato a Palma di Montechiaro (Ag) il 28 agosto 1951. Laureato in medicina e chirurgia. Dal 1990 al 1994 primario della divisione di medicina interna a Canicattì. Dal 1994 al 1999 ha svolto lo stesso incarico all’Ausl di Palermo. Dal 1999 a oggi direttore della struttura complessa di medicina interna all’azienda ospedaliera Villa Sofia – CTO di Palermo. Professore universitario dal 1991 al 2006 presso la scuola di specializzazione di medicina interna all’Università di Palermo. Presidente nazionale onorario della Fadoi (federazione internisti ospedalieri italiani).

AZIENDA ARNAS “GARIBALDI” DI CATANIA

Angelo Pellicanò, nato a Reggio Calabria il 16 ottobre 1951. Laureato in medicina e chirurgia. Dal 1990 al 1995 dirigente di secondo livello all’Usl 36 di Catania. Dal 1995 a oggi direttore sanitario presso l’azienda ospedaliera “Cannizzaro” di Catania. Componente di numerose commissioni istituite dall’assessorato regionale alla Sanità. Componente, tra l’altro, dell’unità operativa del centro di coordinamento regionale per le attività relative alla sicurezza dei pazienti e alla gestione del rischio clinico.

AZIENDA ARNAS “CIVICO – DI CRISTINA” DI PALERMO

Dario Allegra, nato a Palermo il 9 novembre del 1957. Laureato in economia e commercio. Dirigente amministrativo e presidente di aziende nel settore delle “utilities” comunali e nazionali. E’ stato presidente dell’AMG Energia e amministratore delegato della Sogesid. Attualmente è presidente dell’Amap.

AZIENDA OSPEDALIERO UNIVERSITARIA “RODOLICO – VITTORIO EMANUELE” DI CATANIA

Ignazio Tozzo, nato a Palermo il 20 novembre 1965. Laureato in giurisprudenza. Dal 2001 al 2005 è stato dirigente capo della segreteria tecnica presso l’amministrazione regionale. Dal 2005 al 2006 capo di gabinetto all’assessorato regionale Beni Culturali e Pubblica Istruzione e l’anno successivo capo di gabinetto all’assessorato regionale alla Sanità. E’ stato commissario straordinario all’Ausl 8 di Siracusa.

AZIENDA OSPEDALIERO UNIVERSITARIA “G. MARTINO” DI MESSINA

Giuseppe Pecoraro, nato ad Aliminusa (Palermo) il 4 settembre 1948. Laureato in economia e commercio. Dal 1996 al 1997è stato direttore amministrativo all’azienda ospedaliero – universitaria Policlinico di Palermo della quale, dal 1998 al 2008, è stato direttore generale. Successivamente ha ricoperto il ruolo di commissario straordinario all’azienda ospedaliero – universitaria di Messina.

AZIENDA OSPEDALIERO – UNIVERSITARIA POLICLINICO DI PALERMO

Mario La Rocca, nato a Palermo il 6 marzo 1963. Laureato in ingegneria. Dal 1989 dirigente tecnico dell’amministrazione regionale, svolgendo il proprio lavoro in vari assessorati: lavori pubblici, cooperazione, sanità, lavoro e turismo. Attualmente capo della segreteria tecnica dell’assessorato ai lavori pubblici. E’ stato commissario straordinario dell’azienda autonoma di soggiorno e turismo di Caltagirone e poi di Acireale. Componente della segreteria tecnica dell’osservatorio regionale dei lavori pubblici. Ha fatto parte del nucleo di valutazione della programmazione regionale.

19 agosto 2009 at 20:49 Lascia un commento

Piano Sanità, Russo: «A fine anno lo Stato ci restituirà 1,165 miliardi»

PALERMO. Scongiurato il rischio del commissariamento,
mettendo in ordine i conti, per la sanità
siciliana comincia una nuova scommessa: attuare
tutti gli atti amministrativi giudicati validi dal
ministero del welfare in linea col piano di rientro
dal deficit. Dalla riduzione dei posti letto, alla
rimodulazione dei piccoli ospedali, al potenziamento
della medicina territoriale. Inoltre, il
primo settembre entrerà in vigore la riforma
che prevede la riduzione da 29
a 17 le aziende sanitarie e ospedaliere
con la relativa nomina di
dirigenti generali, direttori amministrativi
e sanitari. Tutto ciò
all’insegna del rigore e della razionalizzazione
della spesa che
dovrebbe consentire la riduzione
dell’Irap nel 2010.
I mesi di luglio e agosto si annunciano
piuttosto infuocati.
Nuove roventi polemiche sono
messe nel conto, come è stato
detto ieri durante una conferenza stampa a Palazzo
d’Orleans, a cui hanno partecipato, oltre al
governatore Lombardo e all’assessore alla Sanità,
Massimo Russo, anche gli assessori Caterina
Chinnici, Mario Milone e Nino Strano.
«Dalle parole – ha detto Russo – ora si deve
passare ai fatti. Dopo i pareri positivi del tavolo
tecnico-ministeriale sul lavoro svolto dalla Sicilia
in questi mesi, bisogna mettere in pratica ciò
che prevede il piano di riforma sanitario. Sicuramente
continueranno ad esserci rivoluzioni di
piazza strumentali, ma indietro non si torna. I
cittadini sappiano che non ci saranno tagli occupazionali,
saranno rispettati i contratti e saranno
portate risorse e servizi di assistenza sanitaria
dove mancano. Ci sarà la razionalizzazione
delle risorse. Non a caso ho voluto che i distretti
sanitari coincidessero coi distretti socio-sanitari,
e non a caso è presente l’assessore alla Famiglia,
Caterina Chinnici».
E ha aggiunto il presidente della Regione,
Lombardo: «Abbiamo evitato che la “spada di
Damocle” cadesse sulla testa della sanità siciliana.
Il governatore della Puglia, Niki Vendola, ha
azzerato la sua giunta per problemi di legalità
nella sanità. Noi ci siamo attrezzati in questo settore,
così come lo saremo in tutti gli altri, affinché
non si verifichino gli stessi rischi della Puglia.
I risultati che si sono ottenuti nella sanità negli
ultimi mesi, sono il frutto di un percorso virtuoso
sulla base di principi come l’ottimizzazione
delle risorse e la qualità dei servizi, sono un
esempio da esportare anche in tutti gli altri settori
dell’amministrazione regionale. Insomma,
un modello di cui andare orgogliosi». «Peraltro,
ha aggiunto Russo, entro il 2009 arriveranno
nelle casse della Regione un miliardo e 165 milioni
di euro che copriranno il buco di bilancio».
Per quanto riguarda la nomina dei nuovi dirigenti
generali delle Aziende sanitarie provinciali
(Asp) e delle Aziende ospedaliere, il presidente
della Regione, Lombardo, ha preso l’impegno
che le scelte non saranno influenza da padrinaggi
politici. «Sarà fatto un arduo lavoro di selezione
dei curriculum dei 600 abilitati iscritti all’albo:
di questi ne saranno scelti 17 che guideranno
le aziende e i policlinici siciliani. A fare una
prima selezione di questi curriculum sarà l’assessore
alla Sanità, Massimo Russo, che proporrà
alla giunta una rosa di nomi che sarà valutata.
Di sicuro saranno nomi che non avranno né
padri né padrini né padroni. Saranno scelti sulla
base della competenza, dell’efficienza e dell’impermeabilità
».
Anche per i direttori sanitari e amministrativi,
l’assessore Russo ha previsto la creazione di
graduatorie rigide a cui i dirigenti generali dovranno
fare riferimento al momento della scelta
dei loro più stretti collaboratori.
Polemico sulle affermazioni di Lombardo e
Russo, l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro:
«Complimenti, è questa la sanità che non vogliamo:
cara, sprecona e priva di garanzie per i
più deboli. Per quanto riguarda la nomina dei dirigenti
generali, viene da chiedersi se i criteri addottati
per la loro selezione, saranno gli stessi
per tutte le altre nomine fatte da Lombardo».
L. M.
Assessore RussoPALERMO. Scongiurato il rischio del commissariamento, mettendo in ordine i conti, per la sanità siciliana comincia una nuova scommessa: attuare tutti gli atti amministrativi giudicati validi dal ministero del welfare in linea col piano di rientro dal deficit.
Dalla riduzione dei posti letto, alla rimodulazione dei piccoli ospedali, al potenziamento della medicina territoriale. Inoltre, il primo settembre entrerà in vigore la riforma che prevede la riduzione da 29 a 17 le aziende sanitarie e ospedaliere con la relativa nomina di dirigenti generali, direttori amministrativi e sanitari. Tutto ciò all’insegna del rigore e della razionalizzazione della spesa che dovrebbe consentire la riduzione dell’Irap nel 2010. I mesi di luglio e agosto si annunciano piuttosto infuocati. Nuove roventi polemiche sono messe nel conto, come è stato detto ieri durante una conferenza stampa a Palazzo d’Orleans, a cui hanno partecipato, oltre al governatore Lombardo e all’assessore alla Sanità, Massimo Russo, anche gli assessori Caterina Chinnici, Mario Milone e Nino Strano.
«Dalle parole – ha detto Russo – ora si deve passare ai fatti. Dopo i pareri positivi del tavolo tecnico-ministeriale sul lavoro svolto dalla Sicilia in questi mesi, bisogna mettere in pratica ciò che prevede il piano di riforma sanitario. Sicuramente continueranno ad esserci rivoluzioni di piazza strumentali, ma indietro non si torna. I cittadini sappiano che non ci saranno tagli occupazionali, saranno rispettati i contratti e saranno portate risorse e servizi di assistenza sanitaria dove mancano. Ci sarà la razionalizzazione delle risorse. Non a caso ho voluto che i distretti sanitari coincidessero coi distretti socio-sanitari, e non a caso è presente l’assessore alla Famiglia, Caterina Chinnici». E ha aggiunto il presidente della Regione, Lombardo: «Abbiamo evitato che la “spada di Damocle” cadesse sulla testa della sanità siciliana. Il governatore della Puglia, Niki Vendola, ha azzerato la sua giunta per problemi di legalità nella sanità. Noi ci siamo attrezzati in questo settore, così come lo saremo in tutti gli altri, affinché non si verifichino gli stessi rischi della Puglia. I risultati che si sono ottenuti nella sanità negli ultimi mesi, sono il frutto di un percorso virtuoso sulla base di principi come l’ottimizzazione delle risorse e la qualità dei servizi, sono un esempio da esportare anche in tutti gli altri settori dell’amministrazione regionale. Insomma, un modello di cui andare orgogliosi».
«Peraltro, ha aggiunto Russo, entro il 2009 arriveranno nelle casse della Regione un miliardo e 165 milioni di euro che copriranno il buco di bilancio». Per quanto riguarda la nomina dei nuovi dirigenti generali delle Aziende sanitarie provinciali (Asp) e delle Aziende ospedaliere, il presidente della Regione, Lombardo, ha preso l’impegno che le scelte non saranno influenza da padrinaggi politici. «Sarà fatto un arduo lavoro di selezione dei curriculum dei 600 abilitati iscritti all’albo: di questi ne saranno scelti 17 che guideranno le aziende e i policlinici siciliani. A fare una prima selezione di questi curriculum sarà l’assessore alla Sanità, Massimo Russo, che proporrà alla giunta una rosa di nomi che sarà valutata. Di sicuro saranno nomi che non avranno né padri né padrini né padroni. Saranno scelti sulla base della competenza, dell’efficienza e dell’impermeabilità ». Anche per i direttori sanitari e amministrativi, l’assessore Russo ha previsto la creazione di graduatorie rigide a cui i dirigenti generali dovranno fare riferimento al momento della scelta dei loro più stretti collaboratori.
Polemico sulle affermazioni di Lombardo e Russo, l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro: «Complimenti, è questa la sanità che non vogliamo: cara, sprecona e priva di garanzie per i più deboli. Per quanto riguarda la nomina dei dirigenti generali, viene da chiedersi se i criteri adottati per la loro selezione, saranno gli stessi per tutte le altre nomine fatte da Lombardo». L. M.
http://giornale.lasicilia.it/giornale/0207/CT0207/ILFATTO/MO06/navipdf.html

2 luglio 2009 at 14:56 Lascia un commento

Disparità geografiche nell’accesso al farmaco. A livello ospedaliero ci sono i Prontuari regionali, sul territorio la distribuzione diretta

guido-rasi-direttore-generale-aifaRasi: ai Mmg chiedo di governare insieme il “bene” farmaco

Dal GdM 8/2009
di E. Francioso e A.Santoro

L’alleanza con la Mg è pronta per essere siglata. E un anticipo starebbe già per arrivare dal cosiddetto decreto sugli extrasconti, con il quale potrebbero essere spostate sul territorio alcune classi di farmaci oggi d’impiego solo ospedaliero. Ad annunciarlo il direttore generale dell’Aifa, Guido Rasi, che in un’intervista al GdM ribadisce il progetto di un’intesa strategica con la medicina di famiglia e anticipa le mosse dell’Agenzia.

Professor Rasi, i dati sulla spesa 2008 dicono che la farmaceutica convenzionata rispetta il tetto, l’ospedaliera invece no. Perché?
«Verrebbe da dire che la spesa ospedaliera sfonda perché non ha un’Aifa. Battute a parte è vero, la territoriale tiene molto bene grazie anche all’Agenzia: la frenata verificatasi negli ultimi mesi dell’anno si spiega anche con le negoziazioni che abbiamo concluso sui prezzi dei generici più recenti, dove sono stati ottenuti sconti del 50-60% anticipando i tagli ai prezzi che arriveranno con il decreto sugli extrasconti. Quanto all’ospedaliera, lo sfondamento è determinato per più di un terzo dai farmaci innovativi e per la restante parte da un mix di sprechi e sottovalutazione del budget di spesa».

Quindi?

«Quindi sarà necessario risolvere lo squilibrio. A tal fine ci aspettiamo che nel decreto sugli extrasconti venga sancita la riallocazione sul territorio di alcuni farmaci d’uso ospedaliero. Nella stessa ottica, poi, abbiamo già affidato a un gruppo di lavoro la revisione delle Note e dei Piani terapeutici, per i quali puntiamo a una semplificazione improntata esclusivamente alla sicurezza: l’appropriatezza viene misurata in relazione alla presenza di rischi potenziali nell’impiego».

Con la conversione del Milleproroghe è stato dato semaforo verde all’ampliamento degli organici dell’Agenzia. Come verranno impiegati questi rinforzi?
«L’ampliamento della pianta organica disposto dal Milleproroghe rappresenta per noi un rilevante atto di fiducia  da parte del Governo e allo stesso tempo una assunzione di responsabilità: potremo finalmente programmare altri rilevanti obiettivi di medio-lungo termine nella consapevolezza di avere un supporto importante per raggiungerli. I problemi che ho trovato in Aifa, infatti, erano dovuti per il 50% a carenze di personale e per il restante 50% a carenze strutturali. Per quanto concerne quest’ultimo fronte abbiamo già avviato riorganizzazioni e ristrutturazioni interne che puntano a semplificare i processi, ridurre i tempi e aumentare l’efficienza. Per quanto riguarda i nuovi organici, invece, le aree che per prime ne beneficeranno sono quelle ispettiva e regolatoria, ossia le attività nelle quali le inefficienze diventano rischiose per la salute e di ostacolo allo sviluppo del settore produttivo».

C’è dunque in programma un aumento dell’attività ispettiva condotta dall’Agenzia?

«Prevediamo soprattutto un’intensificazione dell’attività all’estero. Di recente l’Fda ha aperto una sede in Cina, è un esempio che fa capire dove si sta andando. Noi puntiamo ad accordi internazionali diretti proprio ad ampliare la nostra capacità ispettiva, nei paesi dell’Est come in quelli asiatici».
I medici di famiglia chiedono di essere corresponsabilizzati nella gestione del bene farmaco…
«Confermo l’intenzione di puntare molto su di loro. Innanzitutto nella ricerca traslazionale: nessuno studio clinico potrà mai reclutare un numero di pazienti tale da dare la massima garanzia, l’unica certezza in fatto di impiego sicuro di un farmaco può arrivare dall’osservazione sul territorio, quindi dal medico di Mg. Si può costruire un sistema che preveda l’uso precoce dei farmaci di nuova registrazione da parte di una punta avanzata di Mmg, in modo da valutare se e a quali condizioni passare poi all’impiego esteso».

A novembre, nel suo intervento al Congresso nazionale della Simg, aveva anticipato l’intenzione di incrementare la presenza dei medici di Mg nell’Aifa…
«Nulla d’invariato, se vogliamo che vestano i panni dello sperimentatore “traslazionale” dobbiamo fare in modo che i Mmg siano nell’Agenzia. La mia idea è quella di dare rappresentanza alla Mg in tutte le posizioni strategiche, dal Comitato prezzi alla Cts – dove un medico di famiglia c’è già – alla Commissione ricerca. Però chiederò in cambio che le persone scelte a rappresentare la Mg in Aifa ricevano un mandato chiaro, tale da farne interlocutori ufficiali nei confronti dell’Agenzia».

Per la ricerca traslazionale così come per quella riallocazione di farmaci di cui parlava, sarà fondamentale un monitoraggio imperniato su cartella clinica elettronica e scambio in rete di dati tra primo e secondo livello di cure. State pensando a qualcosa di concreto al riguardo?
«Stiamo cercando di prendere cià che esiste di buono nei due livelli per fare in modo che comunichino. Di certo c’è la consapevolezza che è giunto il momento di passare dalla farmacoragioneria alla farmacoeconomia: valutazioni e scelte vanno fatte in base al costo per patologia anziché per confezione; anzi, l’obiettivo è quello di privilegiare ciò che produce più salute a parità di costo».

Si parlava prima di generici, i medici continuano a sollevare non poche lamentele in tema di sostituibilità…
«Ritengo che il generico non possa prescindere dalla gestione del prescrittore. Considero i medici di famiglia culturalmente ed economicamente consapevoli dell’opportunità rappresentata dagli equivalenti, anzi nei confronti che ho avuto con loro ho sempre trovato massima disponibilità. Quanto alla sostituibilità, io punterei a soluzioni che semplifichino: in avvio di trattamento, per esempio, si potrebbe lasciare al medico la scelta della prima prescrizione con equivalente. È una proposta con un razionale evidente: in avvio di trattamento i dilemmi legittimi sono tra questa o quella molecola, non tra branded o generico corrispondente».

E a terapia già avviata?

«È giusto che la sostituibilità sia comunque lasciata alla discrezione del medico, che conosce il paziente».

Di recente un altro tema particolarmente dibattutto è quello delle disparità geografiche nell’accesso al farmaco. A livello ospedaliero ci sono i Prontuari regionali, sul territorio la distribuzione diretta. Qual è la posizione dell’Aifa al riguardo?

«Queste iniquità sono motivo di preoccupazione per l’Aifa, perché le consideriamo inaccettabili. Si ricorra pure a Prontuari e distribuzione diretta, ma solo se rappresentano una soluzione a problemi reali, non quando diventano una modalità di ripiego giustificata da un supposto ma spesso non dimostrato risparmio. Devo dire che in questo momento registriamo da parte delle Regioni il consapevole riconoscimento della necessità di un coordinamento centrale della farmaceutica. È un punto di partenza importante per lavorare in piena condivisione».

20 aprile 2009 at 06:58 Lascia un commento

Alleanza AIFA-Medicina generale: alcuni farmaci oggi d’impiego esclusivamente ospedaliero verranno spostati sul territorio

Dal Giornale del medico (in distribuzione dal 6 Aprile 2009)

Rasi: ecco la collaborazione che chiedo ai medici di Mg

di Alessandro Santoro

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Guido Rasi, direttore generale dell’Aifa

L’alleanza con la Mg è pronta per essere siglata. E un anticipo potrebbe già arrivare dal cosiddetto decreto sugli extrasconti, con il quale potrebbero essere spostate sul territorio alcune classi di farmaci oggi d’impiego esclusivamente ospedaliero. Ad annunciarlo il direttore generale dell’Aifa, Guido Rasi, che in un’intervista al GdMonline ribadisce il progetto di un’intesa strategica con la medicina di famiglia e anticipa le mosse dell’Agenzia.

Professor Rasi, i dati sulla spesa 2008 dicono che la farmaceutica convenzionata rispetta il tetto, l’ospedaliera invece no. Perché?
Verrebbe da dire che la spesa ospedaliera sfonda perché non ha un’Aifa. Battute a parte è vero, la territoriale tiene molto bene grazie anche all’Agenzia: la frenata verificatasi negli ultimi mesi dell’anno si spiega anche con le negoziazioni che abbiamo concluso sui prezzi dei generici più recenti, dove sono stati ottenuti sconti del 50-60% anticipando i tagli ai prezzi che arriveranno con il decreto sugli extrasconti. Quanto all’ospedaliera, lo sfondamento è determinato per più di un terzo dai farmaci innovativi e per la restante parte da un mix di sprechi e sottovalutazione del budget di spesa.

Quindi?
Quindi sarà necessario risolvere lo squilibrio. A tal fine ci aspettiamo che nel decreto sugli extrasconti venga sancita la riallocazione sul territorio di alcuni farmaci d’uso ospedaliero. Nella stessa ottica, poi, abbiamo già affidato a un gruppo di lavoro la revisione delle Note e dei Piani terapeutici, per i quali puntiamo a una semplificazione improntata esclusivamente alla sicurezza: l’appropriatezza viene misurata in relazione alla presenza di rischi potenziali nell’impiego.

I medici di famiglia chiedono di essere corresponsabilizzati nella gestione del bene farmaco…
Confermo l’intenzione di aspettarmi molto da loro. Innanzitutto nella ricerca traslazionale: nessuno studio clinico potrà mai reclutare un numero di pazienti tale da dare la massima garanzia, l’unica certezza in fatto di impiego sicuro di un farmaco può arrivare dall’osservazione sul territorio, quindi dal medico di Mg. Si può costruire un sistema che preveda l’uso precoce dei farmaci di nuova registrazione da parte di una punta avanzata di Mmg, in modo da valutare se e a quali condizioni passare poi all’impiego esteso.

A novembre, nel suo intervento al Congresso nazionale della Simg, aveva anticipato l’intenzione di incrementare la presenza dei medici di Mg nell’Aifa…
Confermo, se vogliamo che vestano i panni dello sperimentatore “traslazionale”, dobbiamo fare in modo che i Mmg siano nell’Agenzia. La mia idea è quella di dare rappresentanza alla Mg in tutte le posizioni strategiche, dal Comitato prezzi alla Cts – dove un medico di famiglia c’è già – alla Commissione ricerca.

 31 Marzo 2009

http://www.gdmonline.it

31 marzo 2009 at 12:15 Lascia un commento

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