SALUTE: ITALIANI ‘MALATI’ DI FARMACI, IN 10 ANNI CONSUMI +60%

10 luglio 2010 at 07:38 Lascia un commento

http://www.asca.it/focus-SALUTE__ITALIANI__MALATI__DI_FARMACI__IN_10_ANNI_CONSUMI_+60_PERCENTO_-3210.html

Nel 2009 il mercato farmaceutico totale, comprensivo della prescrizione territoriale e di quella erogata attraverso le strutture pubbliche (ASL, Aziende Ospedaliere, Policlinici Universitari, ecc.) e’ stato di oltre 25 miliardi di euro, di cui il 75% a carico del Servizio Sanitario Nazionale. In media, per ogni cittadino italiano, la spesa per farmaci e’ stata di 420 euro. Lo evidenzia il Rapporto OsMed 2009, l’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali, realizzato dall’Istituto Superiore di Sanita’ e dall’Agenzia Italiana del Farmaco, presentato oggi a Roma, dal quale spicca in evidenza il dato della crescita dei consumi di ben il 60% circa rispetto al 2000, con una variazione annua del 5% circa.

Come per gli anni precedenti, i farmaci del sistema cardiovascolare, con oltre 5 miliardi di euro, sono la categoria terapeutica piu’ utilizzata, con una copertura di spesa da parte del SSN di circa il 94%. La spesa pubblica e privata per questi farmaci si colloca al primo posto in molti Paesi europei. Altre categorie di rilievo in termini di spesa sono: i farmaci gastrointestinali (12,7% del totale), i farmaci del sistema nervoso centrale (12,5%) e gli antineoplastici (11,7%). Questi ultimi sono erogati sostanzialmente per intero (98,8% della spesa) a carico del SSN, prevalentemente attraverso le strutture pubbliche.

I farmaci dermatologici (per l’88% della spesa), quelli del sistema genito-urinario ed ormoni sessuali (57,2%) e i farmaci dell’apparato muscolo-scheletrico (53,1%) sono invece le categorie maggiormente a carico dei cittadini.

Secondo il Rapporto, la spesa farmaceutica territoriale complessiva, pubblica e privata, e’ in leggera crescita rispetto all’anno precedente (+1,4%), mentre quella a carico del SSN diminuisce dell’1,7%, questo andamento e’ spiegabile in larga misura da un aumento delle compartecipazioni da parte dei cittadini (ticket +33,3%), dello sconto (+25,6%) e da una diminuzione dei prezzi (-3,2%).

Il consumo farmaceutico territoriale di classe A-SSN e’ aumentato del 3,4% rispetto al 2008: ogni mille abitanti sono state prescritte 926 dosi di farmaco al giorno (erano 580 nel 2000).

Attraverso le farmacie pubbliche e private sono state acquistate nel 2009 complessivamente circa 1,8 miliardi di confezioni (30 per abitante).

Come gia’ osservato nel 2008 la Regione con il valore piu’ elevato di spesa pubblica per farmaci di classe A-SSN e’ la Calabria con 275 euro pro capite, mentre il valore piu’ basso si riscontra nella Provincia Autonoma di Bolzano (circa 149 euro).

Quasi tutte le categorie terapeutiche fanno registrare un incremento delle dosi prescritte rispetto al 2008. In particolare, incrementi nella prescrizione si osservano per i gastrointestinali (+7,9%), per i farmaci del sistema nervoso centrale (+4,2%) e per gli ematologici (+3,3%).

Le statine continuano ad essere il sottogruppo a maggior spesa (16,6 euro pro capite) con un aumento del 13,4% delle dosi e dell’8,5% della spesa, seguite dagli inibitori di pompa con 15,3 euro pro capite. Aumenti nella spesa si osservano per gli antagonisti dell’angiotensina II da soli o in associazione con i diuretici (+8%), le insuline ed analoghi (+6,8%), i glitazoni (+23%), gli antiepilettici (+13,4), i beta 2 agonisti in associazione (+6,5%), i bifosfonati orali e iniettabili (+8%).

La sostanza piu’ prescritta e’ risultata, nel 2009, il ramipril con 47 dosi/1000 abitanti die.

Altre sostanze rilevanti per consumo sono l’acido acetilsalicilico usato come antiaggregante piastrinico (42 dosi al di) e l’amlodipina (27 ). I farmaci equivalenti rappresentano quasi la meta’ del consumo territoriale e circa il 28% della spesa, anche se la maggiore prescrizione si concentra ancora sui prodotti branded. Nel 2009 hanno perso il brevetto alcuni principi attivi molto prescritti come il pantoprazolo e il perindopril.

I farmaci con nota AIFA continuano a rappresentare meno di un terzo della spesa e circa un quinto delle dosi, con una certa disomogeneita’ tra le Regioni dovuta, in parte, a differenti comportamenti prescrittivi e in parte all’adozione di politiche diverse sulla distribuzione diretta e per conto dei medicinali.

La spesa relativa ai farmaci erogati attraverso le strutture pubbliche (ospedali, ASL, IRCCS, ecc.), pari a 6,2 miliardi di euro, rappresenta circa un quarto della spesa complessiva per farmaci in Italia nel 2009. La variabilita’ regionale della quota di spesa per questi farmaci e’ compresa tra il 21% della Calabria ed il 32% della Toscana. Questa variabilita’ riflette anche diverse possibili scelte nelle modalita’ di distribuzione di alcuni farmaci (distribuzione diretta).

Il maggiore livello di spesa riguarda i farmaci antineoplastici ed immunomodulatori (2,1 miliardi di euro), pari a una spesa pro capite di 40,57 euro, gli antimicrobici per uso sistemico (21,07 euro pro capite) e gli ematologici (circa 16 euro pro capite). Gli anticorpi monoclonali costituiscono la categoria terapeutica con la spesa piu’ elevata (507,2 milioni di euro), seguiti dagli immunosoppressori biologici (445,4 milioni di euro), dagli altri antineoplastici con 387,5 milioni di euro e dagli antivirali anti-HIV (369 milioni di euro).

Dall’analisi condotta nella popolazione a disposizione dell’OsMed si rileva nel complesso una prevalenza d’uso del 76%, con una differenza tra uomini e donne (71% e 81% rispettivamente). I maggiori livelli di consumo nelle donne riguardano i farmaci del sistema nervoso centrale (e specificamente gli antidepressivi), i farmaci del sangue (soprattutto gli antianemici) e i farmaci del sistema muscolo-scheletrico (i bifosfonati). Alti valori di esposizione si osservano nei bambini e negli anziani: circa 8 bambini su 10 ricevono in un anno almeno una prescrizione (in particolare di antibiotici e antiasmatici).

La spesa media di un assistibile di eta’ superiore a 75 anni e’ di oltre 12 volte maggiore a quella di una persona di eta’ compresa fra 25 e 34 anni (la differenza diventa di 17 volte in termini di dosi). La popolazione con piu’ di 65 anni assorbe circa il 60% della spesa e delle DDD; al contrario, nella popolazione pediatrica fino a 14 anni, a fronte di elevati livelli di prevalenza, si consuma meno del 3% delle dosi e della spesa.


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