Archive for settembre, 2009
“Dibattito degli esperti sul vaccino adiuvato” dal NYTimes 22/9/2009
http://www.nytimes.com/2009/09/22/health/22vacc.html?_r=3&hpw=&pagewanted=all
Benefici e dubbi sul vaccino adiuvato
By ANDREW POLLACK
Gli americani sono obbligati a usare un vaccino non sperimentato per aiutare a proteggere la gente dalla pandemia influenzale negli altri paesi?
Questo e’ il punto cruciale del dibattito sugli adiuvanti – una classe di sostanze che in qualche misterioso modo aumenta la potenza del vaccino. Gli studi preliminari suggeriscono che gli adiuvanti potrebbero permettere di immunizzare contro l’influenza pandemica H1N1 con una sola dose di vaccino un numero quattro volte maggiore di persone. Pertanto, con il mondo che deve far fronte a gravi carenze di vaccino, l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (WHO) ed alcuni esperti hanno chiesto l’impiego di coadiuvanti per aumentare la fornitura del vaccino. “Abbiamo sempre sostenuto che il ricorso al vaccino adiuvato lascerebbe più vaccino per i poveri,” ha detto Marie-Paule kieny, direttore delle iniziative per la ricerca sul vaccino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. I Paesi ricchi hanno contrattato per la maggior parte della produzione del vaccino previsto per la pandemia, lasciandone cosi’ molto poco per i Paesi poveri. Ma mentre il Canada ed alcune Nazioni Europee useranno vaccini contenenti adiuvanti, i funzionari americani hanno stabilito il contrario per adesso. Sostengono che hanno abbastanza vaccino e che la sicurezza degli additivi non e’ stata dimostrata. “Questi sono prodotti che potenzialmente possono essere somministrati a milioni di persone sane,” ha detto il Dr. Jesse Goodman, Ricercatore Capo presso il Food and Drug Administration. “non ci sono note specifiche di sicurezza, pericolo o rilascio” con i coadiuvanti, ha riconosciuto Dr. Goodman. “c’è soltanto più incertezza”.
I Funzionari temono anche che utilizzando un coadiuvante avrebbero sollevato i timori dell’opinione pubblica sulla sicurezza del vaccino n un momento in cui loro sfida potrebbe essere sul punto di procurare abbastanza vaccino per convincere le persone a usarlo. “Se si aggiunge che il pubblico avrebbe percepito come un altra incognita, c’è la preoccupazione che le persone sarebbero riluttanti a farsi vaccinare,” ha detto il Dr. Anthony S. Fauci, Direttore dell’Istituto Nazionale delle Allergie e delle Malattie Infettive. Inoltre, dicono i funzionari, una ragione per usare gli adiuvanti è che essi possono aumentare la potenza di un vaccino contro un virus a cui è scarsamente abbinato. Ma il vaccino per la swine flu si sposa bene al virus, che non e’ mutato. Nelle ultime due settimane, nuovi dati hanno sollevato alcune pressioni sul governo per utilizzare gli adiuvanti. I primi studi indicano che, anche senza un adiuvante, una singola iniezione di vaccino — anziché le due previste — conferirà una protezione adeguata in adulti e bambini di dieci anni almeno. Cio’ effettivamente raddoppia il numero di persone che possono essere immunizzate, e la scorsa settimana il governo ha affermato che metterebbe a disposizione degli altri paesi il 10 per cento dei sui approssimativamente 200 milioni dosi di vaccino. Altre otto nazioni stanno rilasciando alcuni vaccini. Ancora, il Dr. tadataka Yamada, presidente del programma di salute globale alla Fondazione Bill and Melinda Gates, ha detto che la maggior parte della popolazione mondiale di sei miliardi di persone, principalmente in paesi più poveri, sarebbe comunque senza vaccino, specialmente nei primi mesi della pandemia. E’ stato prodotto finora meno vaccino del previsto a causa di problemi di fabbricazione. “oltre tutto, c’è ancora chiaramente una carenza di rifornimenti del vaccino” ha detto Dr. andrin Oswald, capo dell’esecutivo della vaccine business della Novartis. eccetto che per gli Stati Uniti, ha detto il Dr. Oswald, la maggior parte paesi che hanno commissionato la Novartis hanno preso vaccino con adiuvante. La Dott.ssa kieny, della WHO, ha detto che quasi tre bilioni di dosi di vaccino potrebbero essere prodotti in un anno. Ma lei ha detto che i governi che hanno ordinato il vaccino adiuvato non dovrebbero abbandonarlo “non c’e’ ragione di pensare che questi vaccini non saranno sicuri”. Anche se l’adiuvante non salva oggi in questa pandemia, gli esperti affermano che diventerà sempre più importante per i vaccini contro ogni forma di malattie. Questo perche’ molti vaccini in fase di sviluppo “semplicemente non lavorano cosi’ bene senza un adiuvante,” ha detto il Dr. Thomas Monath, che opera come Responsabile medico della Juvaris, azienda produttrice di adiuvanti.
I vaccini una volta contenevano normalmente virus indeboliti o uccisi patogeno per stimolare una risposta immunitaria. Alcuni recenti vaccini consistono solo proteine o frammenti di proteine dell’agente patogeno, che li rende più puri, più sicuri e più rapidi da produrre. Ma questo allontana quelle parti dell’agente patogeno che contribuisce a scuotere il sistema immunitario; senza di quelle, un coadiuvante è necessario. Le industrie ed i laboratori accademici stanno gareggiando per sviluppare adiuvanti, “principalmente perché tutti riconoscono che l’utilizzo dell’adiuvante potrebbe essere il componente make-or-break di un vaccino”. L’Intercell, società austriaca, sta sviluppando un adiuvante per l’influenza su un cerottino da porre sul sito di iniezione per alcune ore. I ricercatori stanno anche studiando come l’adiuvante lavori e come elaborarlo razionalmente piuttosto che attraverso tentativi ed errori. “Per lungo tempo, gli adiuvanti erano una sorta di miscellanea di sostanze, progettati empiricamente,” ha detto Bali Pulendran, professore di patologia alla Emory University: “Ciò che era una volta una scatola nera venendo attualmente illuminata a livello meccanicistico dai nuovi progressi in immunologia”.
Il termine adiuvante, dal latino “per aiuto”, è stato coniato negli anni Venti da Gaston Ramon, un veterinario presso l’Istituto Pasteur in Francia, che osservo’ come i cavalli a cui aveva somministrato la tossina della diphteria sviluppavano una risposta immunitaria più forte se avevano una infiammazione nel sito di iniezione. Fra i suoi primi coadiuvanti vi erano pane grattugiato e tapioca. Nel giro di pochi anni, gli scienziati hanno scoperto che i Sali di alluminio potevano indurre una risposta immunitaria. L’Allume, come spesso e’ chiamato questo adiuvante, è oggi utilizzato in vari vaccini, compresi quelli del tetano ed epatite B. E’ un adiuvante relativamente debole, ma che, circa 80 anni dopo la sua scoperta, è e’ ancora l’unico usato nei vaccini negli Stati Uniti. Tutto questo potrebbe presto cambiare, un comitato consultivo recentemente raccomandava alla F. D. A. l’approvazione del Cervarix, un vaccino contro il virus che provoca il cancro cervicale, l’HPV. Il vaccino, effettuato da GlaxoSmithKline, utilizza un adiuvante contenente un lipide batterico (Il Gardasil, vaccino per l’HPV della Merck che e’ già in uso, ha un adiuvante alluminio). L’allume non viene usato nell’influenza perché ha scarso effetto. Ma Novartis e GlaxoSmithKline stanno vendendo per la pandemia influenzale vaccini contenenti i piu’ nuovi coadiuvanti che loro hanno sviluppato. Sono emulsioni olio in acqua di squale, un lipide che si trova nel corpo. Quello della Glaxo contiene anche la vitamina E. Un vaccino antinfluenzale stagionale contenente l’adiuvante della Novartis l’MF59 è stato utilizzato in Europa dal 1997. L’adiuvante della Glaxo, chiamato AS03, è in un vaccino approvato in Europa per l’uso contro l’H5N1 dell?Influenza aviaria, che ha sollevato i timori di una pandemia pochi anni fa. Per l’influenza dei polli, l’adiuvante era essenziale perché vaccini senza adiuvanti non funzionavano bene nei tests e richiedevano dosi enormi. Il vaccino della Glaxo richiedeva per il vaccino solo la ventiquattresima quantita’ di antigene rispetto al vaccino di un’altra azienda che non conteneva un adiuvante.
Ritenendo che l’influenza suina poteva porre lo stesso problema, i funzionari federali adiuvante dalla Novartis e dalla Glaxo per un valore di 700 milioni di dollari. Se i coadiuvanti venissero utilizzati, essi dovrebbero essere combinati con il vaccino prima dell’iniezione. E Poiché i coadiuvanti non sono stati approvati dalla F. D. A., essi dovrebbero rientrare sotto una cosiddetta autorizzazione per uso d’emergenza. Ma nelle ultime due settimane si e’ appreso che i vaccini contro il virus H1N1 stimolano una risposta forte per conto loro. Una dose singola contenente 15 microgrammi di antigene — la stessa quantita’ utilizzata per ogni ceppo in un vaccino antinfluenzale stagionale — dovrebbe conferire un’adeguata protezione per la maggior parte delle persone. Dati preliminari della GlaxoSmithKline mostrano che un vaccino con adiuvante potrebbe utilizzare solo un quarto dell’antigene. Ma i funzionari federali sostengono che i risparmi non sono abbastanza elevati da compensare gli eventuali rischi e le complessità extra per l’uso degli adiuvanti.
Mentre gli adiuvanti tendono ad aumentare il temporaneo dolore, il gonfiore o la stanchezza causati da un vaccino, la preoccupazione principale è se essi possano provocare una malattie autoimmune, come artrite reumatoide, in cui il sistema immunitario attacca i propri tessuti dell’organismo. Qualche studio sull’animale ha suggerito questa possibilita’. L’anno scorso, L’F. D. A. ha bloccato una sperimentazione clinica di un vaccino per l’epatite B contenente un adiuvante nuovo, dopo che un partecipante ha sviluppato una forma di vasculite considerata come una malattia autoimmune. Ma l’agenzia lo ha smentito questo mese, apparentemente soddisfatta perche’ il vaccino, fatto dalla Dynavax Tecnologie, non ne era stato la causa. I produttori di adiuvante sostengono che non c’è motivo di preoccupazione per quanto riguarda il vaccino influenzale, il Dr. Bruce Innis, direttore del gruppo clinico per il vaccino antinfluenzale della GlaxoSmithKline, ha detto che la risposta immunitaria stimolata dall’adiuvante della sua Azienda era diretta solo verso l’antigene nel vaccino “non c’e’ nessuna generale sovraregolazione della risposta immunitaria nell’organismo” che sarebbe necessaria per una malattia autoimmune. La Novartis sostiene che sono state utilizzate in Europa più di quaranta milioni di dosi di vaccino con il suo adiuvante, senza alcun problema. Ma il Dr. Fauci, dell’Istituto Nazionale delle Allergie e delle Malattie Infettive, ha detto che i vaccini adiuvati della Novartis erano stati utilizzati principalmente tra gli anziani, che tendono ad avere un sistema immunitario più debole. Ci sono meno dati sul loro uso tra i bambini, giovani adulti e le donne gravide.
Influenza A: raccomandazioni pratiche
Misure preventive generali:
- evitare i luoghi affollati
- lavare regolarmente e frequentemente le mani con acqua e sapone; in alternativa possono essere usate soluzioni detergenti a base di alcol o salviettine disinfettanti (non ci fissiamo sull”amuchina!)
- evitare di portare le mani non pulite a contatto con occhi, naso e bocca
- coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce e gettare il fazzoletto usato nella spazzatura ( http://www.guardian.co.uk/world/video/2009/apr/30/swine-flu-advice )
- aerare regolarmente le stanze di soggiorno
- in caso di febbre superiore a 38°C, tosse, mal di gola, malessere, consultare telefonicamente il medico.
Consigli per i malati:
- Restare in isolamento in una stanza o rispettare la distanza di 1 metro dalle altre persone fino a 24 ore dopo che la febbre è scomparsa senza l’uso di antipiretici (Tachipirina ecc.); in alternativa indossare una mascherina
- Lavare spesso le mani accuratamente con acqua e sapone (insegnare ai bambini a contare fino a 20 durante l’insaponamento)
- Coprire la bocca e il naso quando si starnutisce e tossisce usando un fazzoletto di carta
- Eliminare il fazzoletto di carta gettandolo in un cestino dei rifiuti lavandosi in seguito le mani accuratamente con acqua e sapone
- Se non si ha a disposizione un fazzoletto di carta quando si tossisce o starnutisce coprire la bocca e il naso con l’avambraccio. È importante evitare di coprirsi la bocca con le mani perché in questo modo vengono contaminate e rappresentano quindi una importante fonte di trasmissione
- Misurare la temperatura 2 volte al giorno o tutte le volte che si ha la sensazione di avere la febbre
- Evitare i contatti con persone che presentano fattori di rischio quali: portatori di malattie croniche cardiache e polmonari, diabetici, immunodepressi, donne in gravidanza o che allattano, soggetti con grave sovrappeso, anziani debilitati e bambini molto piccoli.
Consigli per i contatti dei malati:
Ai contatti stretti dei malati si consiglia di ridurre i rapporti sociali e di controllare la temperatura una volta al giorno per rilevare prima possibile l’eventuale comparsa della sintomatologia influenzale.
L’uso di antivirali per prevenire la malattia non è attualmente consigliato. A tale proposito si ribadisce che un uso non appropriato degli antivirali e non prescritto dopo un’attenta valutazione medica, può rendere inefficace la loro azione in caso di reale necessità di trattamento, a meno che non si tratti di un soggetto gravemente immunodepresso.
Norme igieniche per i conviventi del malato:
- Rispettare la distanza di 1 metro dal malato, avvicinarsi a distanza inferiore solo se il malato indossa una mascherina
- Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone
- Arieggiare adeguatamente gli ambienti di casa
- Evitare il contatto diretto con le secrezioni del malato (muco, catarro, saliva, vomito)
- Indossare guanti a perdere per pulire oggetti e materiali usati dal malato e per toccare superfici od oggetti contaminati da secrezioni del malato
- Dopo la rimozione dei guanti e la loro eliminazione, lavarsi le mani
- Non utilizzare asciugamani, lenzuola etc. utilizzati dal malato; questi potranno essere tranquillamente riutilizzati dopo lavaggio a 70°
- La pulizia delle superfici, degli oggetti, etc., venuti a contatti col malato o con le sue secrezioni deve essere fatta regolarmente e con i correnti prodotti detergenti/disinfettanti di uso domestico
- I rifiuti contaminati dalle secrezioni del malato ( fazzoletti di carta, salviette, guanti) vanno introdotti e chiusi in un sacchetto di plastica, utilizzando guanti a perdere ed eliminati coi normali rifiuti non riciclabili; subito dopo è raccomandato il lavaggio delle mani.
Qui un’interessante aggiornamento dell’ACP (Associazione Culturale Pediatri)
Fai clic per accedere a H1N1Quaderni.pdf
ed altri links utili:
http://www.cdc.gov/h1n1flu/
http://www.ecdc.europa.eu/en/healthtopics/Pages/Influenza_A%28H1N1%29_Outbreak.aspx
http://www.who.int/csr/don/2009_09_18/en/index.html
http://www.phac-aspc.gc.ca/alert-alerte/h1n1/vacc/vacc-eng.php
http://search.medscape.com/medscapecme-search?newSearch=1&queryText=h1n1
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6235
http://www.attentiallebufale.it/qualita/pandemia_4.html
http://www.attentiallebufale.it/qualita/intervista_9_en.html
http://www.businessweek.com/globalbiz/content/sep2009/gb20090915_042430.htm
Niente panico è solo influenza!
http://www.dica33.it/cont/interviste/0909/1100/niente-panico-solo-influenza.asp
L’influenza rappresenta ogni anno un momento importante per il medico di medicina generale, in considerazione del fatto che da novembre a marzo le infezioni delle vie aeree con febbre, mal di gola e tosse comportano dal 5 al 10% delle visite ambulatoriali e domiciliari. Quest’anno lo scenario si prospetta ancora più impegnativo in virtù di un nuovo virus antinfluenzale, per di più pandemico. Una novità assoluta. E’ per questo che la Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) ha predisposto un documento operativo per preparare gli ambulatori in corso di pandemia influenzale. Per fare un po’ di chiarezza sul nuovo virus influenzale Dica33 ha intervistato Aurelio Sessa, Presidente Regionale Lombardia della SIMG.
Cos’è la nuova influenza provocata da virus A/H1N1?
La nuova influenza A/H1N1 è un’infezione virale acuta dell’apparato respiratorio con sintomi fondamentalmente simili a quelli classici dell’influenza: febbre ad esordio rapido, tosse, mal di gola, malessere generale. Come per l’influenza classica sono possibili complicazioni gravi, quali la polmonite, e casi mortali. I primi casi di questa nuova influenza umana da virus A/H1N1 sono stati legati a contatti ravvicinati tra maiali e uomo; il nuovo virus A/H1N1 è infatti un virus di derivazione suina. Nell’uomo infezioni da virus influenzali suini sono state riscontrate occasionalmente fin dagli anni 50 e sono legati ad esposizione e contatti ravvicinati (1-2 metri) con suini, ma il nuovo virus A/H1N1 si è ora adattato all’uomo ed è diventato trasmissibile da persona a persona. L’influenza non viene trasmessa attraverso il cibo e si sottolinea come, anche se i primi casi siano stati legati a suini, non vi sia alcun rischio di infezione attraverso il consumo di carne suina cotta o prodotti a base di carne suina. Trattandosi di un nuovo virus influenzale, la vaccinazione con i tradizionali vaccini antinfluenzali (vaccini stagionali) molto probabilmente non è efficace; la vaccinazione contro l’influenza classica è comunque una misura raccomandata in caso di viaggi.
Quali sono i sintomi della nuova influenza umana da virus A/H1N1?
I sintomi della nuova influenza umana da virus A/H1N1 sono simili a quelli della “classica” influenza stagionale e comprendono: febbre, sonnolenza, perdita d’appetito, tosse. Alcune persone hanno manifestato anche raffreddore, mal di gola, nausea, vomito e diarrea.
Quanto è grave l’influenza da virus A/H1N1 nell’uomo?
Come l’influenza stagionale, l’influenza da virus influenzale A/H1N1 nell’uomo può presentarsi in forma lieve ma può causare un peggioramento di patologie croniche pre-esistenti e in passato sono stati segnalati casi di complicazioni gravi (polmonite e insufficienza respiratoria) e decessi associati ad infezione da virus A/H1N1. La gravità dell’influenza è quindi in genere legata alla gravità delle malattie di cui si è affetti o all’età.
Come deve comportarsi un paziente che presenti i sintomi?
In generale l’influenza è una malattia ad evoluzione benigna e si risolve nell’arco di 3-5 giorni. La terapia si basa fondamentalmente sul riposo e sull’uso di farmaci sintomatici che aiutano a controllare i sintomi come la febbre, il mal di gola e il malessere generale. Solo nel caso che, dopo 3 giorni, non ci sia un miglioramento clinico è utile consultare il medico che è in grado di stabilire se vi sono complicanze. Una particolare attenzione deve essere riservata ai bambini molto piccoli, ai grandi anziani e a tutti coloro che sono portatori di malattie croniche, categorie queste che presentano un rischio elevato di sviluppare complicanze sistemica in particolare a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare.
Marco Malagutti
DI FRONTE ALL’INFLUENZA A, PAZIENZA E TRANQUILLITÀ
dal sito: http://www.equipocesca.org/actividades-preventivas/gripe-a-paciencia-y-tranquilidad/
la traduzione in italiano del Dott. Gianluigi Passerini (MMG, Sondrio)
http://www.equipocesca.org/wp-content/uploads/2009/08/gripe-italiano.doc
RDr. Juan Gérvas jgervasc@meditex.es www.equipocesca.org
Medico di Medicina Generale (Canencia de la Sierra, Garganta de los Montes e El Cuadron, Madrid, Spagna). Professore Onorario di Salute Pubblica, Facoltà di Medicina, Università Autonoma di Madrid e Visiting Professore di Medicina Generale in Salute Internazionale della Scuola Nazionale di Sanità (Madrid).
Riassunto:
- L’influenza A è molto contagiosa ma molto leggera, più leggera che la normale influenza di tutti gli anni (influenza stagionale).
- Di fronte all’influenza A conviene tenere un comportamento prudente e tranquillo, simile a quello che teniamo di fronte all’influenza stagionale. Ci si deve far visitare dal medico solo in caso di malattia importante (ad. es tosse con sangue, gravi disturbi respiratori).
- I farmaci antivirali (Tamiflu e Relenza) non servono a prevenire l’influenza A e hanno effetti collaterali importanti. Non servono neanche, a parte eccezioni, per la cura di pazienti sani. Essi debbono essere riservati alla cura di casi gravi.
- La vaccinazione contro l’influenza A è sperimentale e, sino ad ora, non si sa nulla nè della sua sicurezza nè della sua efficacia.
- Le precedenti pandemie non hanno provocato molti decessi, in quanto erano già disponibili gli antibiotici per curare le polmoniti, che sono la principale complicanza dell’influenza. Inoltre le precedenti pandemie non sono state seguite da una seconda ondata di epidemia.
- Di fronte all’influenza A i Servizi Sanitari devono prendersi cura di migliaia di soggetti routinari, sia acuti che cronici, per cui conviene non riempire l’attività dei medici e delle infermiere per curare i casi leggeri di influenza A.
Il problema
L’influenza è una malattia virale che si può diffondere durante l’inverno, in forma epidemica (epidemia stagionale) e che colpisce tutta la popolazione.
Un detto medico dice che: “l’influenza dura sette giorni con le cure e una settimana senza cure”. E’ una malattia lieve, con febbre e sintomi vari, come mal di testa e dolori muscolari, malessere generale, tosse, nausea, diarrea e di solito costringe a letto per un paio di giorni. Non conviene abbassare la febbre (neppure nei bambini) e le cure servono solo per i dolori ed il malessere.
Nonostante la malattia sia lieve, è dimostrato che la mortalità nella popolazione aumenta con due picchi all’anno, uno d’estate quando la temperatura è massima ed uno d’inverno, in concomitanza con l’epidemia influenzale. Per questo motivo si consiglia la vaccinazione antiinfluenzale, nonostante tuttora si discuta circa la sua utilità.
L’epidemia di influenza A, che è iniziata in Messico nel 2009, è di minor gravità rispetto a quella dell’influenza stagionale. Siccome il contagio si diffonde molto facilmente, la si definisce “pandemia” perchè può arrivare a contagiare la metà della popolazione. Tuttavia la contagiosità non significa nulla rispetto alla sua gravità, che è minore di qualunque altra influenza del passato, che ci sono state sinora. Colpisce più persone, ma provoca meno morti di qualunque altra influenza passata. Le cifre variano in base alla fonte dei dati, per esempio in Gran Bretagna sono stati registrati 30 morti su centomila casi e negli USA solo 302 su un milione di casi.
Nell’inverno australe (che coincide con l’estate in Spagna ed in Italia) in Argentina sono morte circa 350 persone, in Cile 128 ed in Nuova Zelanda 16. Quasi alla fine dell’inverno australe, sinora nel mondo intero si sono avuti 2501 decessi. Per fare un paragone, si calcola che in Spagna, durante un inverno “normale” i decessi per influenza stagionale sono circa 1500-3000.
La mortalità per influenza A riguarda prevalentemente persone di età minore di 65 anni, in quanto i soggetti di età superiore sembrano avere un certo grado di protezione, a seguito di epidemie passate dovute a virus simili.
Il 90% dei morti per influenza stagionale ha più di 65 anni, mentre per l’influenza A solo il 10% riguarda questa fascia d’età. Ciò significa che il 90% della mortalità per influenza A è a carico di persone di età minore di 65 anni.
Nonostante tutto, in numero assoluto, l’influenza A provoca pochi decessi nei giovani; per esempio, negli USA ogni anno muoiono circa 3600 persone di età minore di 65 anni per influenza stagionale, mentre sinora, per influenza A, sono morte 324 persone dello stesso gruppo d’età. Secondo dati certi, negli USA muoiono circa 36000 persone all’anno per influenza stagionale. L’alta mortalità negli USA probabilmente dipende dalla mancanza di copertura sanitaria per coloro che ne hanno più bisogno (i poveri ed i soggetti ammalati).
In Australia, dove ogni anno per influenza stagionale muoiono circa 310 persone minori di 65 anni, con l’inverno ormai terminato, sono morte 132 per influenza A, di cui circa 119 di età minore di 65 anni.
I fattori di rischio dicono poco rispetto alla mortalità per influenza, sia per quella stagionale che per la A. Per esempio, negli USA il 67% dei bambini che sono morti per influenza stagionale nel 2003-2004 non avevano alcun fattore di rischio.
Si sono avute diverse pandemie, e la più letale è stata la “spagnola” del 1918, che ha provocato molte morti, soprattutto per polmonite batterica, tra i poveri ( mal alimentati, che vivevano in case affollate, insalubri e fredde). Nelle altre due grandi pandemie, del 1957 e del 1968, la letalità non è stata tale, tra l’altro per la disponibilità ddegli antibiotici per trattare le polmoniti batteriche.
Lo studio delle pandemie degli ultimi secoli (dal 1510 ad ora) dimostra che mai il contagio ha colpito simultaneamente tutta la popolazione ( il 100% nello stesso tempo) e che, se c’è stata una seconda “ ondata” di pandemia, l’influenza ha avuto un carattere più lieve anche nella seconda. La proiezione di varie ondate di gravità progressiva è pura fantasia, senza alcun riferimento alla realtà.
La fantasia stà riuscendo a diffondere il panico nella popolazione per: 1. L’impiego di grandi numeri (“centinaia, milioni di casi”) e 2. l’impiego di impattanti correlati, la descrizione quasi dal vivo e in diretta di ogni caso di morte. Questi due elementi portano il lettore/ chi ascolta/ chi vede la TV ad immaginarsi, sè stessi ed i propri cari, colpiti e gravemente ammalati o morti. Questo rappresenta un esercizio classico di “invenzione delle malattie” (disease mongering), di trasformazione irreale di un’influenza A, contagiosa ma non grave, in una influenza A virulenta e letale.
Nel passato recente il Governo del Canada si è proposto un doppio obiettivo nei confronti dell’influenza aviaria: a. Ridurre il numero dei decessi e b. Mantenere il controllo della struttura sociale. Nel caso dell’influenza A il problema non sembra essere quello di raggiungere il primo di questi obiettivi, data la sua letalità minima. Il secondo obiettivo sembra ignorato, mentre si propaga un’epidemia di panico.
Cosa si può fare di fronte all’influenza A?
Quando nel 2005 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ( OMS) aveva previsto che sarebbero potuti morire fino a sette milioni di persone per influenza aviaria, nel mondo si diffuse il panico. Alla fine i morti furono solo 262. Fu, come dire, un gravissimo errore prognostico. Nel 2009, con l’influenza A, conviene non ripetere lo stesso errore. Perciò è fondamentale evitare il panico. E’ assurdo averlo di fronte all’influenza A, semplicemente perchè arriverà a colpire (leggermente) molte persone. Sembra che i messaggi dell’OMS e di molti governi, istituzioni e medici abbiano uno stile tipo “invenzione di malattie”, soprattutto uno stile che va in senso opposto rispetto a ciò che già sappiamo a seguito dell’esperienza dell’emisfero australe.
Di fronte all’influenza A conviene fare ciò che normalmente si fa di fronte all’influenza: curarsi con prudenza e tranquillità. Una buona idratazione, una buona alimentazione, una buona igiene e rivolgersi al medico solo se compaiono sintomi importanti, come la tosse con sangue o un grave disturbo della respirazione. Non si deve “tossire” di fronte agli altri, non toccarsi il naso, tapparsi la bocca mentre si starnutisce e lavarsi le mani prima di mangiare, dopo essere andati in bagno ed ogni volta che si viene a contatto con muco nasale o bronchiale. Il virus viene eliminato attraverso il muco nasale, all’incirca per cinque giorni dall’inizio della malattia. Non sembra dimostrato che l’uso di mascherine serva a limitare la propagazione dell’epidemia. Conviene non fare molta vita sociale durante questi primi giorni, come sempre si dovrebbe fare quando si ha l’influenza.
Rispetto alla gravidanza non si sa cosa dire, fa bene alla la salute in ogni caso, l’influenza A non la impedisce per nulla nè la può aggravare durante l’epidemia. Le differenze tra essere gravide o no è marginale, per esempio la differenza di rischio di essere contagiate per donne gravide è di tre casi per milione se lo si è e di un caso per milione se non lo si è. L’essere in cinta non fa aumentare la probavilità di influenza A. Il virus dell’influenza A non è peggiore per il feto di quello dell’influenza stagionale. Se siete incinte, fate una vita normalmente sana, sia personale che familiare che professionale.
Non esiste alcun trattamento preventivo: i farmaci contro l’influenza non prevengono la malattia (nè il Tamiflu/ oseltamivir nè il Relenza/ zanamivir). Una volta che ci si ammala questi stessi farmaci sono anche quasi inutili (accorciano di mezza giornata la durata dei sintomi della malattia). Neppure esistono studi che dimostrino la sua efficacia nell’influenza A. Inoltre hanno effetti avversi; ad esempio, durante l’epidemia di influenza A a Londra, la metà dei bambini curati con Tamiflu/ oseltamivir subirono degli effetti collaterali, generalmente vomito e nel 18% dei casi dei disturbi neuropsichiatrici.
Forse potrebbe valere la pena di usarli come terapia in alcuni casi particolari, ad esempio in caso di persone già gravemente ammalate o con malattie croniche importanti, però non sono utili nei bambini e negli adulti sani.
Il vaccino è poco utile nei bambini e negli adolescenti, l’efficacia è del 33% e assolutamente inutile nei minori di due anni. Esistono dubbi circa la sua efficacia negli adulti e negli anziani. Non sappiamo nulla sul vaccino per .l’influenza A, tranne che nel 1976 negli USA è stato prodotto un vaccino simile, anche allora con una gran fretta per un pericolo di pandemia ed il risultato fu un’epidemia di effetti collaterali gravi (sindrome di Guillan-Barrè, una malattia neurologica), per cui la campagna di vaccinazione fu subito sospesa. La fretta non è mai utile a nessuno, tanto più per fermare un’influenza come quella A, la cui mortalità è così bassa. Conviene non ripetere l’errore del 1976. In ogni caso deve essere richiesta la firma di un “consenso informato, con informativa sui rischi”. Data l’urgenza di produrre il vaccino, e per evitare le conseguenze legali dei problemi di sicurezza, saranno i Governi e non l’industria farmaceutica responsabili in caso di reclami o di danni.
Qualcos’altro?
I test rapidi per identificare il virus dell’influenza A hanno poca sensibilità (dal 10 al 60%). E’ come dire che non vale la pena di fare l’esame, per sapere se una persona è affetta proprio da influenza A. L’esame non garantisce con certezza di avere preso l’influenza A ed in ogni caso i consigli e la terapia non cambiano.
Sia il virus A che quello stagionale possono modificarsi, rendendo totalmente inutile l’efficacia della vaccinazione.
La vaccinazione per l’influenza stagionale non protegge verso la A.
Conviene non dimenticare che un bambino (o un adulto) possono aver contratto anche un’altra malattia, oltre che l’influenza A. In Gran Bretagna ci sono stati casi di bambini, morti per meningite, dopo che era stata erroneamente posta loro la diagnosi di influenza A.
Durante la pandemia di influenza A la popolazione continuerà ad ammalarsi di infarto miocardico, appendicite, insufficienza cardiaca, diabete, asma, tentativi di suicidio, frattura del femore, depressione, schizofrenia e delle altre mille possibili malattie che richiedono assistenza medica.
Un atteggiamento sereno, paziente e tranquillo dei pazienti con influenza A è essenziale perchè i servizi sanitari funzionino bene e affinchè i medici possano continuare ad utilizzare bene il loro tempo per curare i malati che più lo richiedano, con o senza l’influenza A.
Nota
L’autore, nello scrivere questo testo, non ha altro scopo che quello di esprimere con chiarezza lo stato delle conoscenze rispetto all’influenza A e per fare questo ha analizzato la letteratura medica mondiale sull’argomento. L’autore deplora il fatto che molti degli organismi pubblici, le società scientifiche e i mezzi di comunicazione trasmettano altri messaggi: avranno le loro ragioni.
Traduzione italiana a cura di Gianluigi Passerini (MMG, Sondrio).
La traduzione di questo testo in inglese, francese e portoghese è disponibile su:
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SANITÀ IN SICILIA tra riforma, casi e prevenzione
http://giornale.lasicilia.it/giornale/0209/CT0209/ILFATTO/MO03/navipdf.html
INTERVISTA CON L’ASSESSORE REGIONALE MASSIMO RUSSO
di ANDREA LODATO
«Rispettati tempi e regole ora più servizi e più qualità» «Per l’emergenza centri di eccellenza e più piattaforme di elisoccorso»
26 LE VECCHIE AZIENDE SANITARIE La riforma in Sicilia ha mandato in soffitta ben 9 aziende sanitarie snellendo l’apparto burocratico
17 LE AZIENDE ATTIVE DA IERI Si sono già insediati i nuovi direttori generali a cui sarà affidato il cambiamento del sistema sanitario
40 ELISUPERFICI ATTUALEMENTE DISPONIBILI Il programma prevede la costruzione di altre basi per raggiungere qualsiasi punto della Sicilia entro 30 minuti.
L’assessore Massimo Russo gongola sempre moderatamente e poco si esalta,anche quando, in fondo, può celebrare un avvenimento: «Il 1° settembre, come avevamo assicurato, abbiamo dato alla Sicilia ed ai siciliani una sanità profondamente riformata. Qualcuno non ci credeva, pensava che rimanessimo nel guado, impaludati perché c’erano resistenze, parecchie resistenze, a superare le vecchie logiche. Non è andata così. E da oggi apriamo un nuovo capitolo per l’assistenza sanitaria siciliana. Sono nate le 17 aziende sanitarie di cui il territorio ha bisogno, si sono insediati i nuovi direttori generali. Puntiamo su di loro, sulle professionalità, sulla serietà, sul fatto che abbiano colto già da ora il profondo senso di cambiamento che bisogna dare al sistema». Per niente facile arrivare sin qui, tutt’altro che agevole sarà andare avanti, perché gli ostacoli sono tanti, le strade delle riforme quasi tutte accidentate. Soprattutto in un mondo come quello della sanità, dove vanno invertite radicate culture, che riguardano quasi indistintamente politici, medici, malati. «Abbiamo voluto mettere un punto a quel concetto che il sistema sanitario dovesse o potesse essere finalizzato agli interessi degli operatori, perché è esattamente il contrario: l’intera organizzazione del sistema e gli operatori devono essere costantemente al servizio dei cittadini ». L’assessore si spinge oltre. C’è la questione delle professionalità e delle energie umane da valorizzare. «Direi ancora prima da liberare, da recuperare, da rendere protagoniste della nostra sanità. Perché in Sicilia troppi operatori bravi sono stati sacrificati. Quindi vogliamo partire dal loro effettivo recupero, così come voglio dire ai tanti bravi medici che se ne sono andati dalla nostra regione, non ritenendo ci fossero le condizioni per svolgere al meglio il loro lavoro, che noi aspettiamo che tornino a lavorare in Sicilia, ad offrire il loro contributo al sistema sanitario dell’Isola, a contribuire a fare di ogni struttura un’eccellenza ».
L’assessore Russo insiste su questo punto, perché ciò che con la riforma, con la valorizzazione delle risorse presenti e con quelle di ritorno, vorrebbe abbattere ulteriormente le fughe sanitarie dei siciliani: «I nostri pazienti devono sapere che in Sicilia potranno trovare sempre più strutture efficienti, personale medico e paramedico preparato, tecnologie all’avanguardia, un’assistenza di qualità competitiva con quelle di qualsiasi altra regione italiana». Ovviamente nessuno insegue la chimera di potere avere ogni tipo di assistenza di eccellenza, visto che ci sono luoghi ed esperienze in qualche caso irripetibili, qualcuna in Sicilia, del resto, altre fuori com’è naturale. E questo concetto, però, serve ad introdurre un altro passaggio importante dell’intervento dell’assessore Russo, legato in qualche modo alla tragedia di Mazzarino e alla richiesta che su tutto il territorio sia spalmata l’assistenza, la rete ospedaliera, la capacità di intervenire sull’emergenza. «Su questo vorrei essere chiaro, perché il messaggio che i cittadini devono recepire è semplice e logico: non è il posto più vicino che bisogna cercare quando ci si trova di fronte ad un’emergenza, ma il presidio migliore, quello più adeguato e che offre i servizi che possono effettivamente consentire interventi determinanti per salvare vite umane. Con la nostra riforma, come ho sempre detto e lo voglio ribadire oggi, la presenza sul territorio del sistema sanitario è garantito, ma dobbiamo provare a superare anche il concetto per cui è necessario avere un ospedale sotto casa. Anche perché, come insegna l’esperienza nostra, ma anche quella di molti altri paesi che ci hanno preceduto in questo genere di riforme, gli ospedali piccoli spesso si rivelano pericolosi e poco efficienti e funzionali sia per chi vi opera sia per chi vi ricorre. Ci siamo molto occupati di questo nuovo sistema di assistenza nel territorio e uno dei punti cardine per quanto riguarda l’emergenza è, ripeto, la capacità e la lucidità che deve ispirare l’azione di chi interviene nel trasferire nel minor tempo possibile un malato nel centro migliore dove possa ricevere cure adeguate. Avere un ospedale vicino, in qualche caso, può essere persino controproducente se la struttura non è in grado di prestare l’assistenza specialistica richiesta. Per questo anche con il 118 stiamo lavorando e lavoreremo ancora nelle prossime settimane, affinché gli operatori dell’emergenza siano sempre in grado di trasferire i malati nelle strutture migliori». C’è, naturalmente, il problema della logistica del trasferimento. Non sfugge all’assessore Russo la problematica, pesante, legata ai ritardi infrastrutturali, al fatto, in poche parole, che ci sono ancora non paesini sperduti, ma città e grandi paesi della Sicilia che hanno un pessimo sistema viario. In questo caso, chiediamo, l’assistenza nel posto migliore, dove è garantita un’assistenza di alto profilo, come può essere assicurata? «Stiamo studiando una nuova mappa delle superfici degli eliporti dove potere far atterrare l’elisoccorso. La nuova mappa, studiata a tavolino, dovrà avere elisuperfici sparse sul territorio in modo tale che nel caso di gravi emergenze che richiedono interventi molto veloci, si possa utilizzare il servizio aereo e che gli elicotteri trovino basi per atterrare utili per potere coprire la maggior parte del territorio dell’Isola, in particolare, naturalmente, proprio quelle aree più difficilmente raggiungibili dalle strade».
CAMBIA IL SISTEMA IN SICILIA, IN VIGORE LA RIFORMA
Si riducono le aziende sanitarie, si istituiscono i distretti
(AGI) – Palermo, 1 set. – La sanita’ cambia volto da oggi in Sicilia con l’entrata in vigore della riforma che riduce da 29 a 17 le aziende sanitarie e istituisce i distretti ospedalieri. Per attuare la svolta, il governo regionale ha nominato 17 nuovi manager, senza confermare nessuno degli uscenti, e ai dirigenti che si sono insediati stamani ha assegnato precisi obiettivi che saranno sottoposti a verifica trimestrale. La riforma “rappresenta un segnale di forte discontinuita’ con il passato. Il nostro motto deve essere: regole, regole, regole”, ha detto l’assessore regionale alla Sanita’, Massimo Russo, che ieri ha incontrato i manager. “Nel piu’ breve tempo possibile -ha spiegato- dovremo procedere alla fase degli accorpamenti, migliorando i servizi territoriali, offrendo ai cittadini piu’ servizi e piu’ qualita’, eliminando sprechi e privilegi, abbattendo le liste d’attesa, potenziando i pronto soccorso e la rete dell’emergenza urgenza del 118, e occupandoci perfino di quello che nella legge viene definito il decoro ambientale. Piu’ in generale, dovremo pian piano ricreare quel clima di fiducia nei confronti della sanita’ siciliana che si e’ progressivamente perso negli ultimi anni”. La riforma e’ stata approvata il 25 marzo scorso dall’Assemblea regionale siciliana a conclusione di un iter segnato da aspre contrapposizioni interne alla maggioranza, in uno scontro culminato nella presentazione di un testo alternativo a quello del governo da parte del Pdl e dell’Udc, che all’epoca era in giunta. Uno dei capitoli piu’ acuti delle tensioni poi sfociate nella nascita del Lombardo bis, con l’esclusione dell’Udc. Altri punti chiave del riassetto sono la deospedalizzazione e il potenziamento dei servizi territoriali, il passaggio del servizio di emergenza-urgenza del 118 sotto controllo interamente pubblico, assistenza a tutti, cittadini italiani e non, senza distinzione di razza, lingua e religione e senza alcun tipo di segnalazione alle autorita’ di polizia. Una cura necessaria per la sanita’ siciliana che aveva accumulato un deficit di circa 900 milioni di euro, 250 dei quali per pagare la cosiddetta “mobilita’ passiva”, ossia le cure che i siciliani hanno ricevuto nelle strutture di altre regioni. La Sicilia ha tre anni di tempo per arrivare al pareggio. Nel 2008 si sono recuperati circa 400 milioni e altrettanti dovranno rientrare entro il 2009.
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