Archive for Maggio, 2009

Attese fino a 1.000 giorni per finire sotto i ferri – medici e infermieri risultano sempre meno umani – Lunghe liste al Sud, mentre il Nord Italia lamenta soprattutto errori diagnostici e poca attenzione da parte dei camici bianchi

http://giornale.lasicilia.it/giornale/0705/CT0705/ILFATTO/MO03/navipdf.html

GIANCARLO COLOGGI

ROMA. Poca sensibilità, mancanza di rispetto e umanità nel rapporto tra medico e ammalato e liste d’attesa sempre eterne. Questa la fotografia che emerge dall’annuale report sulla Sanità italiana effettuato dal Tribunale del malato-Cittadinanzattiva che quest’anno ha puntato il suo focus sulla «umanizzazione » nel rapporto tra cittadini e Servizio sanitario nazionale. Ciò che emerge con forza è che i cittadini si sentono troppo spesso presi poco in considerazione, ascoltati con disattenzione o trattati con mancanza di rispetto. Questa tendenza sta di fatto dando impulso alla nascita di numerose realtà associative, ma espone al rischio dell’aumento dei conflitti e alla crescente diminuzione di fiducia nelle figure professionali.

LISTE D’ATTESA. Tra le maggiori criticità del sistema sanitario, il problema delle liste d’attesa resta primario. Secondo il Rapporto di Tdm, questo problema è percepito maggiormente nelle regioni meridionali: Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia in testa. L’area maggiormente interessata è la diagnostica con il 51% delle segnalazioni, seguita dalla specialistica con il 23% e dagli interventi chirurgici (20%). Crescono notevolmente rispetto al 2007 (+ 11%) le segnalazioni riguardanti le attese per interventi chirurgici.

720 GIORNI PER ECOCOLORDOPPLER. In base ai dati diffusi da Tdm i tempi massimi di attesa riguardano gli esami di ecocolordoppler 720 giorni; mammografia 420; ecografia al seno 360. Per quanto riguarda le prestazioni specialistiche per una visita di cardiologia si può attendere fino a 390 giorno, 270 per una visita senologica e 180 giorni per neurologica. In tema di interventi per una protesi al ginocchio o di seno si attendono anche 1080 giorni; 540 giorni per intervento al menisco e 360 per quello urologico.

MAGLIA NERA AI PEDIATRI. Ai primi posti per «carenza di umanizzazione », i cittadini mettono i pediatri (31,87%), i medici di medicina generale (25,4%) e la riabilitazione ambulatoriale (21%). Seguono l’assistenza residenziale (20%), le strutture riabilitative (18%) e i ricoveri (10%). L’esigenza di maggior garbo verso i pazienti è sentita da 10 regioni sulle 19 che hanno partecipato alla stesura del Rapporto. «Abbiamo pensato di inserire – ha detto il sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio – l’umanizzazione nell’Ecm, l’educazione continua in medicina».

AUMENTA LA MALPRACTICE. In quasi un caso su cinque le segnalazioni riguardano presunti errori medici o diagnostici, confermandosi come il principale problema segnalato dai cittadini, soprattutto al Nord: il record di segnalazioni per malpractice spetta infatti a Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Liguria, Piemonte, Trentino e Veneto. Tra le tipologie di sospetti errori figurano gli interventi (53%) e le diagnosi errate (26%). La gran parte si registra in strutture pubbliche (88%). Sette le aree specialistiche maggiormente interessate da presunti errori medici, nell’ordine: ortopedia (17,5%), oncologia (13,9%), ginecologia e ostetricia (7,7%), chirurgia generale ed oculistica (5,4%), odontoiatria (5,2%), emergenza e pronto soccorso (2,8%).

INVALIDITÀ CIVILE. Risulta essere uno degli aspetti con il maggiore tasso di crescita rispetto al 2007 (+1,7%). I cittadini che denunciano problemi e ritardi nella procedura di riconoscimento (40%), sono in particolare malati oncologici (40%), seguono coloro che sono affetti da una patologia cronica e degenerativa, anziani, disabili e malati rari. Nella classifica delle Regioni in cui segnalano i principali problemi con le procedure di invalidità, è la Campania a ottenere il record, seguita da Molise, Sicilia, Sardegna. Liguria, Puglia e Piemonte.

SACCONI: COMPORRE IL DIVARIO NORD-SUD. «Nell’immediato è all’ordine del giorno» del governo la questione della Sanità meridionale. È un tema del qui e ora l’accelerazione del risanamento dei servizi socio-sanitari-assistenziali nel Mezzogiorno, dei piani di rientro delle Regioni e dei commissariamenti dove non vengano rispettati tali piani». Lo ha rimarcato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, sottolineando che «accelerare i piani di rientro non significa dare ai cittadini del Sud meno ospedali, ma vuol dire dar loro più servizi».

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7 Maggio 2009 at 18:17 Lascia un commento