Archive for aprile, 2009

Disparità geografiche nell’accesso al farmaco. A livello ospedaliero ci sono i Prontuari regionali, sul territorio la distribuzione diretta

guido-rasi-direttore-generale-aifaRasi: ai Mmg chiedo di governare insieme il “bene” farmaco

Dal GdM 8/2009
di E. Francioso e A.Santoro

L’alleanza con la Mg è pronta per essere siglata. E un anticipo starebbe già per arrivare dal cosiddetto decreto sugli extrasconti, con il quale potrebbero essere spostate sul territorio alcune classi di farmaci oggi d’impiego solo ospedaliero. Ad annunciarlo il direttore generale dell’Aifa, Guido Rasi, che in un’intervista al GdM ribadisce il progetto di un’intesa strategica con la medicina di famiglia e anticipa le mosse dell’Agenzia.

Professor Rasi, i dati sulla spesa 2008 dicono che la farmaceutica convenzionata rispetta il tetto, l’ospedaliera invece no. Perché?
«Verrebbe da dire che la spesa ospedaliera sfonda perché non ha un’Aifa. Battute a parte è vero, la territoriale tiene molto bene grazie anche all’Agenzia: la frenata verificatasi negli ultimi mesi dell’anno si spiega anche con le negoziazioni che abbiamo concluso sui prezzi dei generici più recenti, dove sono stati ottenuti sconti del 50-60% anticipando i tagli ai prezzi che arriveranno con il decreto sugli extrasconti. Quanto all’ospedaliera, lo sfondamento è determinato per più di un terzo dai farmaci innovativi e per la restante parte da un mix di sprechi e sottovalutazione del budget di spesa».

Quindi?

«Quindi sarà necessario risolvere lo squilibrio. A tal fine ci aspettiamo che nel decreto sugli extrasconti venga sancita la riallocazione sul territorio di alcuni farmaci d’uso ospedaliero. Nella stessa ottica, poi, abbiamo già affidato a un gruppo di lavoro la revisione delle Note e dei Piani terapeutici, per i quali puntiamo a una semplificazione improntata esclusivamente alla sicurezza: l’appropriatezza viene misurata in relazione alla presenza di rischi potenziali nell’impiego».

Con la conversione del Milleproroghe è stato dato semaforo verde all’ampliamento degli organici dell’Agenzia. Come verranno impiegati questi rinforzi?
«L’ampliamento della pianta organica disposto dal Milleproroghe rappresenta per noi un rilevante atto di fiducia  da parte del Governo e allo stesso tempo una assunzione di responsabilità: potremo finalmente programmare altri rilevanti obiettivi di medio-lungo termine nella consapevolezza di avere un supporto importante per raggiungerli. I problemi che ho trovato in Aifa, infatti, erano dovuti per il 50% a carenze di personale e per il restante 50% a carenze strutturali. Per quanto concerne quest’ultimo fronte abbiamo già avviato riorganizzazioni e ristrutturazioni interne che puntano a semplificare i processi, ridurre i tempi e aumentare l’efficienza. Per quanto riguarda i nuovi organici, invece, le aree che per prime ne beneficeranno sono quelle ispettiva e regolatoria, ossia le attività nelle quali le inefficienze diventano rischiose per la salute e di ostacolo allo sviluppo del settore produttivo».

C’è dunque in programma un aumento dell’attività ispettiva condotta dall’Agenzia?

«Prevediamo soprattutto un’intensificazione dell’attività all’estero. Di recente l’Fda ha aperto una sede in Cina, è un esempio che fa capire dove si sta andando. Noi puntiamo ad accordi internazionali diretti proprio ad ampliare la nostra capacità ispettiva, nei paesi dell’Est come in quelli asiatici».
I medici di famiglia chiedono di essere corresponsabilizzati nella gestione del bene farmaco…
«Confermo l’intenzione di puntare molto su di loro. Innanzitutto nella ricerca traslazionale: nessuno studio clinico potrà mai reclutare un numero di pazienti tale da dare la massima garanzia, l’unica certezza in fatto di impiego sicuro di un farmaco può arrivare dall’osservazione sul territorio, quindi dal medico di Mg. Si può costruire un sistema che preveda l’uso precoce dei farmaci di nuova registrazione da parte di una punta avanzata di Mmg, in modo da valutare se e a quali condizioni passare poi all’impiego esteso».

A novembre, nel suo intervento al Congresso nazionale della Simg, aveva anticipato l’intenzione di incrementare la presenza dei medici di Mg nell’Aifa…
«Nulla d’invariato, se vogliamo che vestano i panni dello sperimentatore “traslazionale” dobbiamo fare in modo che i Mmg siano nell’Agenzia. La mia idea è quella di dare rappresentanza alla Mg in tutte le posizioni strategiche, dal Comitato prezzi alla Cts – dove un medico di famiglia c’è già – alla Commissione ricerca. Però chiederò in cambio che le persone scelte a rappresentare la Mg in Aifa ricevano un mandato chiaro, tale da farne interlocutori ufficiali nei confronti dell’Agenzia».

Per la ricerca traslazionale così come per quella riallocazione di farmaci di cui parlava, sarà fondamentale un monitoraggio imperniato su cartella clinica elettronica e scambio in rete di dati tra primo e secondo livello di cure. State pensando a qualcosa di concreto al riguardo?
«Stiamo cercando di prendere cià che esiste di buono nei due livelli per fare in modo che comunichino. Di certo c’è la consapevolezza che è giunto il momento di passare dalla farmacoragioneria alla farmacoeconomia: valutazioni e scelte vanno fatte in base al costo per patologia anziché per confezione; anzi, l’obiettivo è quello di privilegiare ciò che produce più salute a parità di costo».

Si parlava prima di generici, i medici continuano a sollevare non poche lamentele in tema di sostituibilità…
«Ritengo che il generico non possa prescindere dalla gestione del prescrittore. Considero i medici di famiglia culturalmente ed economicamente consapevoli dell’opportunità rappresentata dagli equivalenti, anzi nei confronti che ho avuto con loro ho sempre trovato massima disponibilità. Quanto alla sostituibilità, io punterei a soluzioni che semplifichino: in avvio di trattamento, per esempio, si potrebbe lasciare al medico la scelta della prima prescrizione con equivalente. È una proposta con un razionale evidente: in avvio di trattamento i dilemmi legittimi sono tra questa o quella molecola, non tra branded o generico corrispondente».

E a terapia già avviata?

«È giusto che la sostituibilità sia comunque lasciata alla discrezione del medico, che conosce il paziente».

Di recente un altro tema particolarmente dibattutto è quello delle disparità geografiche nell’accesso al farmaco. A livello ospedaliero ci sono i Prontuari regionali, sul territorio la distribuzione diretta. Qual è la posizione dell’Aifa al riguardo?

«Queste iniquità sono motivo di preoccupazione per l’Aifa, perché le consideriamo inaccettabili. Si ricorra pure a Prontuari e distribuzione diretta, ma solo se rappresentano una soluzione a problemi reali, non quando diventano una modalità di ripiego giustificata da un supposto ma spesso non dimostrato risparmio. Devo dire che in questo momento registriamo da parte delle Regioni il consapevole riconoscimento della necessità di un coordinamento centrale della farmaceutica. È un punto di partenza importante per lavorare in piena condivisione».

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20 aprile 2009 at 06:58 Lascia un commento

Mammografia su misura

mammografia-digitaleUno screening, ritagliato sulla base della storia personale per contrastare al meglio un nemico giurato delle donne: il cancro al seno Non più quindi un esame standard – la celeberrima mammografia – fra i 50 e i 69 anni d’età come avviene oggi, bensì uno screening che tenga conto della storia personale di ciascuna donna, dividendole in tre categorie di rischio (normale, medio, altro). Resta invariato l’iter per chi non presenta i cosiddetti fattori critici, ad esempio presenza di uno o più casi di neoplasia al seno in famiglia, particolari caratteristiche della mammella, sovrappeso e l’aver o meno avuto figli. Per tutte le altre donne, invece, andranno previste corsie preferenziali e l’uso di strumenti più sensibili per stanare il tumore, come la mammografia digitale. E non è tutto. Per combattere la neoplasia più temuta dal gentil sesso lo screening verrà esteso anche alle 40enni e alle over 70. E’ questa una delle misure messe a punto dagli addetti ai lavori chiamati a raccolta dal ministero del Welfare per riscrivere la mappa degli screening per la diagnosi precoce dei tumori. Ad annunciarla è lo stesso relatore della Commissione ministeriale prevenzione e screening Alessandro Del Maschio, del San Raffaele di Milano, nel corso dell’International Meeting on New Drugs in Breast Cancer all’Istituto Regina Elena di Roma. “Lo screening ha consentito di ridurre del 50% la mortalità, ma ora è arrivato il tempo di rinnovare i criteri – spiega Francesco Cognetti, direttore dell’oncologia medica A del Regina Elena e presidente del convegno che si è svolto venerdì e sabato a Roma che vede riuniti 300 fra i massimi esperti mondiali – Le nuove indicazioni sono ormai condivise dal mondo scientifico, e sono già allo studio della Commissione. La proposta di Del Maschio diventerà al più presto operativa”. Una misura che mira a ridurre le 12 mila vittime che il tumore del seno causa ogni anno nel nostro Paese su 38 mila nuovi casi. La diagnosi precoce è una delle armi più affidabili di cui disponiamo per sconfiggere la malattia. Con una sopravvivenza che si attesta al 98% se si interviene nei primissimi stadi. “Merito – sottolineano gli esperti riuniti a Roma – della prevenzione ma anche delle terapie mirate, sviluppate negli ultimi anni, in grado di agire solo sulle cellule malate”.L’incidenza del tumore della mammella è simile in tutte le Regioni italiane: una connazionale su 11 rischia di ricevere una diagnosi di cancro al seno nel corso della propria vita. Varia tuttavia drammaticamente l’adesione ai programmi di screening tra un estremo e l’altro dello Stivale. “Esiste una grave differenza – conferma infatti Cognetti – fra Centro-Nord, Sud e Isole. Se nel settentrione 8 donne su 10 dichiarano di essersi sottoposte almeno a una mammografia preventiva, la percentuale scende a una su 2 nell’Italia meridionale”.L’estensione dei programmi di screening attivi al 2007 è pari all’82,9% al Nord, al 73,3% al Centro e solo al 27,6% al Sud. E la sopravvivenza cambia di conseguenza: nel settentrione è del 10% più elevata. “Anche su questo tema si sta impegnando la Commissione prevenzione e screening del ministero – assicura Cognetti, che fa parte dell’organismo chiamato a riscrivere la mappa non solo dello screening per il tumore del seno, ma anche per prostata, colon retto, cervice e polmone – con proposte e progetti concreti per garantire pari accesso all’assistenza sanitaria a tutti i cittadini”.

Da DoctorNews 20 aprile 2009 – Anno 7, Numero 70

19 aprile 2009 at 21:01 Lascia un commento