Il fenomeno hospitalist negli USA
18 marzo 2009 at 12:16 Lascia un commento
Gli “hospitalist”, medici internisti che operano per il 90% del loro tempo di lavoro in servizi dedicati ai pazienti ricoverati, sono in continua espansione numerica negli Ospedali degli USA
La probabilità che un paziente assistito Medicare, una volta ospedalizzato, venga curato da un ‘hospitalist’ è aumentata del 30% per anno nel periodo compreso tra il 1997 ed il 2006. Questi sono i dati sorprendenti riportati da Kuo Y-F e collaboratori – del Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Galveston nel Texas, pubblicati sul numero del 12 marzo del New England Journal of Medicine. Sulla base dei dati raccolti in 5.800 Ospedali degli U.S.A. riguardanti l’assistenza erogata da Medicare, durante questo periodo è aumentata in modo consistente (dal 9.1% nel 1995 al 37,1% nel 2006) la percentuale di servizi di diagnosi e cura affidati agli ‘hospitalist’, medici che in oltre l’85% dei casi possiedono competenze di tipo internistico. Sempre in questo periodo la percentuale di pazienti Medicare che vengono affidati ad un medico internista quando vengono ricoverati in Ospedale è passata dal 46,4% nel 1995 al 61,0% nel 2006. Questo fenomeno è stato registrato in Ospedali di varie dimensioni, indipendentemente se dedicati o meno all’insegnamento. L’incremento delle cure erogate da medici internisti è risultato associato a minori costi di ospedalizzazione e ad assenza di effetti negativi sugli esiti clinici. Nell’editoriale che accompagna l’articolo viene comunque auspicato che si realizzi una comunicazione frequente e diretta tra medici delle cure primarie e ‘hospitalist’ e tra medici delle cure primarie e i loro pazienti quando sono ospedalizzati, ciò al fine di mantenere una stretta interrelazione e assicurare un valido coordinamento per una migliore qualità delle cure. (Kuo Y-F et al. New Engl J Med 2009; 360: 1102-12; Hamel MB et al. New Engl J Med 2009; 360: 1141-43)
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