Archive for febbraio, 2009
Anche la migliore riforma del mondo non potrà trovare applicazione se sia Medici che Cittadini non ne conoscono o non ne applicano le regole
Nella trepida attesa che all’Assemblea Regionale Siciliana vengano risolti i contrasti che impediscono la definitiva risoluzione della Riforma del nostro Sistema Sanitario Regionale noi Medici di Famiglia, soldati in trincea, svolgiamo la nostra attività in mezzo al caos totale, costretti a tamponare l’atteggiamento spesso anarchico dei colleghi che gestiscono i vari ambulatori specialistici, soprattutto degli Ospedali e dei reparti Universitari. Ci arrivano circolari di vario genere, l’ultima ad es. ci sollecitava ad inviare l’allegato E per i ricoveri in Day Hospital, ricoveri che purtroppo non ci vengono neanche comunicati dai colleghi e ne veniamo a conoscenza, talora solo occasionalmente, dagli stessi assistiti.
Cosa comporta l’attivazione di un Day Hospital senza che questo venga comunicato al Medico Curante?
Quando, in seguito ad una consulenza specialistica, viene attivato un Day Hospital, questo può durare anche mesi e vengono effettuate una serie di indagini diagnostiche che nè l’utente nè il suo Medico Curante conoscono – anche se per legge lo specialista avrebbe dovuto rispondere al Curante con una proposta di ricovero e richiedere appunto il modulo E, riassunto della situazione clinica globale dell’assistito – e capita spesso che durante questo ricovero l’utente si presenti in ambulatorio per richiedere ulteriori prescrizioni di visite ed esami, che non potrebbe eseguire sul Territorio in quanto – appunto – ricoverato, con il rischio che vengano effettuati nello stesso periodo due volte le stesse indagini con aumento dei costi che già comporta il solo Day Hospital (circa 600-800 euro in media), cosicchè entrambi – Medico Curante e Paziente – incorrono, inconsapevolmente nel reato di truffa. Qualche giorno fa un assistito si è presentato con due richieste di day hospital quasi contemporanei per due differenti patologie, di cui uno davvero assurdo: per una semplice biopsia cutanea!!!
A che servono i protocolli prescrittivi se non vengono seguiti?
Troppo denaro pubblico in Sanità si perde per mancata conoscenza e/o applicazione delle norme e i Medici sono testimoni di ciò quotidianamente, sommersi da troppe richieste che pervengono dalle strutture, dagli utenti – bersagliati da eccessive e talora scorrette informazioni mediatiche, con grande dispersione sia di energie oltre che di denaro. E’ spesso vano il tentativo di spiegare perchè alcune richieste non hanno senso o addirittura comportano dei veri e propri reati, l’utente ha sempre e comunque la sensazione di un diritto negato. Dovrebbe essere, invece, dovere di Medici e di Cittadini tutelare oltre che la propria salute anche l’interesse pubblico al fine di far sopravvivere un Sistema Sanitario che per quanti difetti abbia, se ben utilizzato, mira a garantire una copertura efficiente per tutti i cittadini. Purtroppo così non è, capita spesso che lo Specialista, sia durante l’attività ambulatoriale nella struttura pubblica che in regime di intra-moenia, richieda indagini per la preparazione ad un futuro intervento chirurgico che verranno poi inserite anche nel DRG dell’intervento e quindi pagate due volte dal Sistema Sanitario; o ancora, indagini di routine in eccesso solo perchè gli ambulatori della struttura sono purtroppo provvisti di prestampati con un elenco enorme di esami che basta biffarne anche solo la metà per raggiungere cifre di oltre 400-800 euro per richiesta, troppo di frequente inappropriata, quando basterebbe spendere una cifra di 80-120 euro per gli esami previsti dai protocolli necessari a monitorare le varie patologie o situazioni cliniche.
E’ previsto, per esempio, un protocollo per una gravidanza fisiologica, messo a punto dalle stesse Società Scientifiche di Ostetricia e Ginecologia, ma alle nostre gravide in Sicilia vengono richiesti molti più esami strumentali e di laboratorio che neanche il malato cronico ha generalmente necessità di effettuare, e per bypassare le obiezioni del Medico Curante vengono redatti certificati di gravidanza a rischio spesso poco pertinenti ed ancor meno comprensibili; stessa cosa vediamo nelle donne in menopausa, trattate anch’esse da malate croniche.
Assenti i ricettari SSN negli ambulatori delle Strutture Pubbliche
Il cittadino dovrebbe essere responsabilizzato anche quando si prenota una visita e chiedere che venga consegnato un referto con diagnosi, prognosi e terapia, oltre che avere prescritte le ulteriori indagini direttamente da chi lo sta visitando e lo sta quindi prendendo in carico per la diagnosi e la cura; è il minimo dei suoi diritti quando si sottopone ad un controllo specialistico e deve esigere che tale visita venga effettuata dal titolare dell’ambulatorio ove si è prenotato e non dal tirocinante o dallo specializzando, che non è neanche abilitato ad utilizzare il ricettario regionale (ricettario gelosamente conservato dal Medico Specialista titolare dell’ambulatorio che non è tuttavia mai presente), ricettario che servirebbe per la prescrizione diretta delle ulteriori indagini necessarie a risolvere il quesito diagnostico del medico Curante e che eviterebbe tanti viaggi all’utente. Nulla togliendo alle qualità di questi giovani professionisti, che spesso reggono interi Reparti Ospedalieri o Universitari, tuttavia non hanno la autorizzazione a gestire un ambulatorio pubblico, come non l’avevamo noi ai loro tempi, e dovrebbero essere sempre affiancati dai titolari proprio al fine di essere ben addestrati per essere in grado, un giorno, di gestirli autonomamente. L’attività ambulatoriale è tra le più delicate e difficili per il Medico, nel poco tempo disponibile occorre avere quella lucidità, preparazione ed esperienza necessarie a inquadrare situazioni spesso abbastanza complesse.
Neanche nell’ambito della Medicina Generale son rose e fiori
Una normativa vieta nelle strutture pubbliche la prenotazione di un esame o una visita non accompagnati dalla richiesta del Medico Curante, ma immancabilmente riceviamo richiesta di prescrizioni di esami o visite già prenotati, magari solo perché si accompagna alla visita amici o familiari. Non ci sono circolari che tengano, tutto viene sempre regolarmente misconosciuto. Neanche nell’ambito della Medicina Generale son rose e fiori, i Medici di Famiglia sono sopraffatti da una eccessiva burocrazia, sempre più complessa e indaginosa, e spesso anche i migliori – pur di non subire la revoca da parte del paziente – si accollano il mortificante ruolo di meri trascrittori mentre altri, troppi, trovano anche comodo inviare l’assistito a consulenza: meno sforzi per diagnosticare e curare, meno problemi e soprattutto meno discussioni!
Anche la migliore riforma del mondo non potrà trovare applicazione se sia Medici che Cittadini non ne conoscono o non ne applicano le regole, non fanno valere la propria professionalità gli uni ed i propri diritti gli altri.
Sempre più a rischio il nostro Sistema Sanitario Regionale. Muoviamoci!!!
Ma noi, medici e utenti del Sistema Sanitario, cosa aspettiamo a farci sentire?
Sulla “La Sicilia” di oggi nell’articolo di Giuseppe Bonaccorsi – Leanza: «Il piano Leontini alla fine ci costringerà a chiudere gli ospedali» – troviamo una interessante intervista all’Assessore Leanza:… «La sanità è la riforma di tutte le riforme – ha esordito Leanza – e, per questo, quanto accaduto ha un sapore negativo: è stata perduta una grande occasione, quella di poter arrivare in Aula quasi alla unanimità. Purtroppo, così non è stato e sulla sanità si sono abbattute al contrario una serie di esigenze «personali» che, alla fine, hanno fermato il modello dell’assessore Russo, il più adatto a dare risposte alla salute dei cittadini, portando avanti quello del Pdl, un “papocchio” che mira a mantenere gli ospedali con i loro sprechi e con i loro direttori generali. Noi invece abbiamo sostenuto, come Mpa, il ddl del governo e lo continueremo a sostenere perché siamo convinti che sia la cosa migliore ». E, quindi, cosa farete? «A questo punto, considerato che ognuno dice la propria, portando documenti ai quali noi possiamo portare altrettanti documenti, sarebbe opportuno tenere, in qualunque momento, a Catania una riunione alla presenza dell’assessore Russo e di qualunque esponente del Pdl, per confrontarci. Un dibattito pubblico per chiarire, leggi alla mano, chi ha ragione e dice la verità. E sa qual è la verità? Che nessuno vuole chiudere gli ospedali»….«C’è l’esigenza di ricollocare, accorpare, ammodernare gli ospedali. Ma chi ha sostenuto che eravamo pronti a chiudere quelli di Giarre, Militello… mette in giro una leggenda metropolitana che non ha fondamento. Russo, addirittura, aveva detto che, se si applica il modello Leontini, si rischia davvero di chiuderli questi ospedali. Per questo adesso dico: facciamo chiarezza e, una volta per tutte, abbassiamo i toni e finalmente torniamo a fare politica a testa alta…. Le divisioni, quindi, ci sono perché Lombardo ha messo mano a tre riforme fondamentali: sanità, pubblica amministrazione, e gli Ato-rifiuti che hanno accumulato novecento milioni di deficit. Su quest’ultimo punto, vorrei precisare che dei 27 Ato, uno, due sono espressione del Mpa, mentre gli altri 25 sono del Pdl e dell’Udc. Lo dicano… Così come avviene anche nelle Asl. Tolte tre, le rimanenti sono espressione degli altri. Dicano anche questo. In definitiva tutto ciò cosa significa? Che il governo Lombardo è riformatore. Ma non cadete nella trappola. Non è Lombardo che litiga con gli altri, sono gli altri che litigano con lui perché è stato proprio lui a togliere a molti la sedia di sotto».
e quella sul DDL proposto da Leontini non è una posizione solo dell’MPA, infatti
nello stessa pagina troviamo un altro articolo a firma di Lillo Miceli – Un siluro a Leontini «Appiattito sull’Udc» Forza Italia si dilania «Il lavoro di Russo è stato mortificato: al nostro capogruppo non sta a cuore una vera riforma della sanità, ma solo la difesa di un sistema che favorisce una gestione basata su sprechi e clientele»- in cui leggiamoche “… i parlamentari nazionali, Giudice e Stagno d’Alcontres, e il deputato regionale, Mineo, vicini al sottosegretario alla Presidenza, Miccichè, lanciano una vera e propria offensiva contro il capogruppo all’Ars del Pdl, Leontini, accusandolo di essersi «schiacciato» sulle posizioni dell’Udc e del suo capogruppo a Sala d’Ercole, Maira. Pomo della discordia: il testo del disegno di legge sul riordino del sistema sanitario siciliano, varato giovedì sera dalla competente commissione dell’Ars. «E’ evidente che a Leontini – ha dichiarato Giudice – inspiegabilmente schiacciato sulle posizioni di Maira, non sta a cuore una vera riforma della sanità siciliana, ma solo la difesa di un sistema che fa acqua da tutte le parti. Fino all’ultimo, e contro ogni logica, il capogruppo del Pdl all’Ars ha difeso un disegno di legge che non produrrà benefici per la Sicilia: se questa battaglia è stata condotta con il solo scopo di salvare la faccia dal punto di vista politico, sappia Leontini che ai cittadini non interessa nulla della sua faccia, ma soltanto dell’efficienza dei servizi sanitari»…. ed ancora: … “Secondo Stagno d’Alcontres, «il disegno disegno di legge uscito dalla commissione è un aborto senza alcun senso, tranne quello di continuare a gestire la sanità tra sprechi e clientele. E’ stato mortificato il lavoro dell’assessore Russo, sviluppato con l’ausilio delle migliore professionalità italiane: strategico e innovativo, già ritenuto valido dal ministero e da Berlusconi che, con il suo intervento, ha dettato una linea ben diversa da quella seguita da Leontini». «Mi auguro – ha aggiunto Mineo – che le forze sociali, le persone di buon senso e tutti gli operatori della sanità che hanno a cuore il miglioramento del sistema, facciano sentire la loro voce con sempre maggiore forza. Il nostro capogruppo ha prestato il fianco, su preciso input dell’Udc, solo per incomprensibili giochi politici ai quali il presidente Berlusconi ha detto finalmente basta». ….”
– http://giornale.lasicilia.it/giornale/1602/CT1602/PO/MO06/navipdf.html
Facoltà di medicina proiettate sul territorio
Jordan Cohen, ex presidente dell’Association of American Medical Colleges, ha lanciato un appello: il numero di medici che si forma ogni anno nelle università statunitensi non è sufficiente a coprire le esigenze di un’assistenza moderna. Da questa carenza si dovrebbe partire tuttavia per riformare il sistema della formazione universitaria, evitando di privilegiare le conoscenze ipertecnologiche a scapito dei temi della prevenzione. Questi dovrebbero al contrario avere pari dignità con quelli della cura, preparando i giovani a conoscere anche i determinanti sociali, ambientali e comportamentali delle malattie. Per far questo occorre che gli studenti si cimentino anche con la medicina esercitata sul territorio e non solo nei grandi ospedali: è qui infatti che i pazienti ricevono gran parte delle cure. Un richiamo valido anche al di qua dell’Atlantico, dove i medici non mancano, ma la consapevolezza del ruolo delle cure primarie non sembra all’altezza delle necessità.
Fonte: Brit Med J 2009; 338: b431
RUSSO, ATTO DI RIPICCA CONTRO POLITICA DI LOMBARDO
(ASCA) – Palermo, 11 feb – ”E’ solo un gioco di potere”.
Questo il commento dell’assessore regionale siciliano alla Sanita’, Massimo Russo, al termine dell’odierna seduta della commissione sanita’ dell’Ars. ”Una parte della maggioranza di governo – ha spiegato Russo – si e’ rivoltata contro il governo della Regione con una prova muscolare fondata sulla contingente forza dei numeri, che ha tanto il sapore della ripicca contro le nomine dei nuovi dirigenti dei dipartimenti e piu’ in generale nei confronti della coraggiosa e difficile opera riformatrice intrapresa dal presidente Lombardo”. ”Purtroppo, – ha aggiunto l’assessore – chi ne fa le spese sono i cittadini sempre piu’ sbigottiti da questo desolante spettacolo. Auspico che l’Aula parlamentare, nel pieno esercizio delle sue funzioni, possa ridare organicita’ e razionalita’ al testo di legge per rispondere finalmente al bisogno di efficienza ed economicita’ del sistema sanitario oramai avvertito a tutti i livelli. In ogni caso, adesso le responsabilita’ di ciascuno sono chiare e ben delineate”. |
LOMBARDO, TESTO RIFORMA SANITA’ VADA IN AULA. POI VALUTEREMO
(ASCA) – Palermo, 11 feb – Il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, si augura che il testo del disegno di legge sulla riforma sanitaria vada presto in aula ed esca dalle paludi della commissione sanita’, dove si sta consumando lo scontro a tutto campo con il Pdl e l’Udc. ”Sono sicuro – afferma – che la volonta’ dell’Assemblea, democraticamente espressa, partorira’ la migliore legge per la Sicilia”. Sulla riforma del sistema sanitario, la posizione di Lombardo e’ uguale a quella dell’assessore alla Sanita’ e ricorda che il testo ”viene anche dalle indicazioni del governo nazionale sul piano di rientro della spesa. Un piano che bisogna rispettare”. E se in aula arriva un testo non in linea con il piano, il governatore annuncia: ”lo valuteremo e se non mi convincera’ avro’ il dovere, come governo, di presentare degli emendamenti”.www.asca.it |
E’ una grande sconfitta sociale!!!
E’ passato l’emendamento del Pdl che modifica l’assetto delle aziende sanitarie e ospedaliere rispetto al piano dell’assessore regionale alla Sanita’ Massimo Russo
(AGI) – Palermo, 11 feb. – La maggioranza si spacca di nuovo in commissione Sanita’ all’Assemblea regionale siciliana, dov’e’ in corso un duro confronto tra il Pdl e l’Udc da un lato e l’Mpa del presidente Raffaele Lombardo dall’altro. A quanto si apprende, e’ passato, con otto voti su quindici, l’emendamento del Pdl alla riforma della Sanita’ che modifica l’assetto delle aziende sanitarie e ospedaliere rispetto al piano dell’assessore regionale alla Sanita’ Massimo Russo. Hanno votato contro Mpa e Pd. In base all’emendamento, il numero totale delle aziende si attesterebbe a 23 e ci sarebbe una netta divisione tra aziende ospedaliere e territoriali. “Esattamente il contrario di quel collegamento che noi auspicavamo”, commenta Roberto De Benedictis, esponente del Pd in commissione Sanita’. La commissione deve ancora discutere gli ultimi articoli del ddl, prima che questo possa approdare in Aula.http://www.agi.it/palermo/notizie/200902111517-cro-r012431-art.html
Così materia fine vita è regolata nel mondo
Così materia fine vita è regolata nel mondo Roma, 10 feb. (Adnkronos Salute) – In Italia se ne parla da anni ormai, ma la normativa sul testamento biologico ha trovato molti ostacoli sulla sua strada. Ora potrebbe avere una brusca accelerazione con l’epilogo del caso Englaro, che ha acceso i riflettori sulla lacuna legislativa esistente nel nostro Paese. Ma come è regolata nel mondo la complessa materia del fine vita?STATI UNITI D’AMERICA – Sono gli States a regolamentare per primi, con il ‘Patient self determination Act’, risalente al ’91, il Testamento biologico o Testamento di vita (Living will) a conclusione di un lungo confronto iniziato negli anni ’70 nelle Corti supreme di vari Stati, nella Corte federale, e nella società civile. Oggi è delineabile la seguente situazione: nutrizione e idratazione sono considerati trattamenti sanitari, non mezzi per il mantenimento della vita; il paziente cosciente e capace può rifiutare i trattamenti anche se di sostegno vitale; per quanto riguarda il paziente non più cosciente, va rispettato il suo rifiuto di terapie se espresso e documentato in condizioni di capacità; se il paziente non più cosciente non ha espresso, in condizioni di capacità, una propria volontà sulle cure, la decisione sulle scelte terapeutiche sarà presa da un fiduciario (substituted judgement), solitamente un familiare. CANADA – A differenza che negli States, non esiste una politica uniformatrice in materia di ‘living will’. Solo in alcuni Stati, come ad esempio Manitoba e Ontario, le direttive anticipate di trattamento hanno valore legale. Negli altri, invece, ogni Provincia assume decisioni autonomamente e in maniera diversa. Anche qui, come in Canada, manca una legge uniformatrice, tant’è che è in corso un acceso dibattito che vede tuttavia contrapposti coloro che vogliono una normativa che regoli il testamento biologico e i fautori dell’eutanasia, soprattutto per i malati terminali. Vi sono poi, anche in Australia, alcuni Stati che si sono dotati di una legge sul ‘Living will’, con provvedimenti che ricalcano la normativa statunitense.In EUROPA non esiste ancora una disciplina sul Testamento biologico recepibile dagli Stati membri, alcuni dei quali, comunque, hanno adottato autonomamente normative in materia. BELGIO – E’ dal 2002 che nel piccolo Stato europeo è prevista l’eutanasia, su richiesta esplicita del paziente. Ai cittadini viene riconosciuta anche la possibilità di predisporre un testamento biologico con dichiarazioni anticipate di trattamento, scegliendo a quali cure sottoporsi e quali rifiutare. DANIMARCA – Con una legge sul ‘living will’ è stata istituita un’apposita ‘Banca dati elettronica’, che custodisce le direttive anticipate presentate dai cittadini. In caso di malattia incurabile o di grave incidente, i danesi che hanno depositato il testamento medico – documento che ogni camice bianco è tenuto a rispettare – possono chiedere l’interruzione delle cure e dei trattamenti, e di non essere tenuti in vita artificialmente. Nel caso di sopravvenuta incapacità, il diritto del malato può essere esercitato dai familiari. FRANCIA – La materia del fine vita è regolamentata con una legge del 2005, che riconosce il principio di rifiuto dell’accanimento terapeutico, e prevede che possano essere sospesi o non iniziati gli atti di prevenzione, indagine o cura che appaiano inutili, sproporzionati o non aventi altro effetto che il mantenimento in vita artificiale del paziente. E’ riconosciuta la figura del fiduciario, da consultare nel caso il paziente sia incapace di esprimere le proprie volontà. Se non c’è direttiva, comunque, la scelta spetta ai medici. GERMANIA – Manca una norma ad hoc, ma il testamento biologico trova attuazione nella pratica e conferma nella giurisprudenza. La Corte Suprema federale, infatti, emise nel marzo 2003 una sentenza con la quale dichiarava la legittimità e il carattere vincolante della ‘Patientenverfuegung’, termine tedesco che sta per volontà del paziente, riconducendola ‘al diritto di autodeterminazione dell’individuo’. Se non c’è volontà scritta, decide il giudice tutelare.INGHILTERRA – Realtà analoga a quella tedesca nel Regno Unito, dove il ‘living will’ è riconosciuto fin dal 1993, da una consolidata giurisprudenza che ha anche fissato alcune condizioni per la validità del testamento biologico. L’orientamento britannico su questo delicato tema si è delineato soprattutto attorno al caso Blond, relativo a un paziente in stato vegetativo che veniva alimentato e idratato artificialmente, proprio come Eluana Englaro. I giudici decisero che i medici non avevano l’obbligo di somministrare trattamenti divenuti inutili a seguito della valutazione scientifica della condizione di vita del paziente e che, quindi, non erano rispondenti al suo ‘migliore interesse’. Per cui se il paziente non era in grado di accettare o rifiutare i trattamenti e non aveva rilasciato in precedenza una dichiarazione di volontà in materia, una volta informati i familiari, si poteva legittimamente procedere all’interruzione dei trattamenti. OLANDA – E’ notoriamente il primo Paese al mondo che, nel 2001, ha modificato il Codice penale per rendere legali, in alcune circostanze rigorosamente normate, sia l’eutanasia sia il suicidio assistito dal medico. Questa normativa contiene anche la disciplina relativa al testamento biologico. Le dichiarazioni di volontà possono essere sottoscritte anche da minori, purché i genitori siano d’accordo se il minore ha fra i 12 e i 16 anni, mentre se ha fra i 16 e i 18 anni è sufficiente che ne siano stati informati. SPAGNA – Le norme sulle dichiarazioni anticipate di volontà in Spagna sono contenute all’interno di una più ampia legge sui diritti dei pazienti entrata in vigore nel 2003. E’ dunque riconosciuta al cittadino maggiorenne la facoltà di manifestare anticipatamente e per iscritto la propria volontà in merito a cure e terapie cui essere sottoposto, nel caso dovesse perdere la capacità di esprimerle personalmente. Egli può inoltre nominare un suo rappresentante, dunque anche qui entra in gioco la figura del fiduciario, che può fungere da interlocutore con i medici per realizzare le sue volontà ed evitare che ci sia accanimento terapeutico. http://www.univadis.it/medical_and_more/it_IT_News_Daily?source=scraped/nmdg/detail.asp?id=19302%26region%3DNazionale
Medici famiglia non denunceranno clandestini
La professione è ispirata dal principio dell’accoglienza e non della delazione
“La medicina di famiglia è medicina dell’accoglienza e non della delazione. Non vogliamo che le cure ai clandestini divengano clandestine esse stesse. Noi curiamo gli esseri umani e abbiamo comprensione e rispetto per la sofferenza degli uomini”. Con queste parole Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale (Simg), torna sull’emendamento al pacchetto sicurezza che cancella il divieto da parte dei medici di denunciare gli immigrati senza permesso di soggiorno. “I medici – continua Cricelli in una nota – sono tenuti, in quanto cittadini e professionisti, al rispetto dei principi deontologici e della legge. Riteniamo che i principi ispiratori della medicina siano in conflitto con le indicazioni contenute nelle modifiche introdotte dal Senato in materia di segnalazione delle persone bisognose di cure, ma clandestine. Uno Stato etico non ci può chiedere di abiurare l’etica della professione”. I medici di famiglia, conclude Cricelli, “ispirano la loro etica professionale al rispetto della persona umana, alla tutela della salute degli individui, indipendentemente da età, sesso, stato sociale, censo, orientamento politico e religioso ed appartenenza etnica. I principi ispiratori devono essere considerati elementi fondanti della professione e costituiscono la pregiudiziale irrinunciabile per qualunque professionista si occupi dell’essere umano. Senza questi principi riteniamo impossibile la pratica stessa della medicina. Chiunque si rivolga al medico deve essere certo che il professionista anteporrà la cura della sua persona ad ogni altra circostanza”.
15 MILIONI IN PIÙ
da La Sicilia”
15 MILIONI IN PIÙ
L’assessore alla Sanità Massimo Russo ha partecipato ieri al tavolo per la ripartizione alle Regioni del Fondo sanitario nazionale: la Sicilia ha ottenuto 8 miliardi e 270 milioni di euro, 15 milioni in più rispetto alle previsioni del Piano di rientro dal deficit, con un incremento di circa 273 milioni di euro rispetto al 2008.
Riforma per la riduzione degli sprechi Sanitari in SICILIA
No ad intese incoerenti
di Guido Monastra
Palermo, 5 febbraio 2009
Ancora una volta non c’è intesa. Il nodo sulla Sanità non è stato sciolto neanche nell’atteso vertice con i rappresentanti della maggioranza. L’incontro avrebbe dovuto portare l’intesa sul disegno di legge di riforma del sistema sanitario regionale. Dure le parole dell’assessore Massimo Russo al termine del vertice: “I miei interlocutori hanno scelto di non raggiungere un’intesa, tentando di scaricare su di me tutte le responsabilità”.
“Come avrei potuto spiegare ai cittadini – prosegue Russo – che per accontentare gli interessi di certa politica bisognava dar vita ad altre tre aziende ospedaliere nelle province di Palermo, Catania e Messina dove già ce ne sono in un numero addirittura sovrabbondante, eliminandone contemporaneamente otto dalle altre sei province? – chiede in modo provocatorio l’assessore alla Sanità – Con quale logica avrei potuto giustificare un simile squilibrio? E con quale coerenza avrei dovuto accettare una proposta che secondo le verifiche tecniche avrebbe provocato un aumento sproporzionato dei costi?”.
L’assessore non ha accettato un’ipotesi che sarebbe stata “messa in piedi su basi in contrasto con il rigore del disegno di legge proposto dal governo regionale e sollecitato con urgenza dai tavoli tecnici romani”. L’assessore aggiunge che si presenterà martedì in Commissione Sanità all’Ars ” con grande serenità, pronto ad accettare qualunque decisione che verrà presa alla luce del sole, nell’assoluta trasparenza del dibattito e con la precisa assunzione di responsabilità da parte di ciascuno, in modo che sia chiaro a tutti chi vuole davvero riformare la sanità e chi invece insegue altre logiche”. Per l’assessore “la disponibilità offerta dal presidente della Regione, Raffaele Lombardo, vale a dire quella di verificare la possibilità di istituire tre nuove aziende nelle tre aree metropolitane della Sicilia, nella versione proposta dai capigruppo di Pdl e Udc rischiava di tradursi in un boomerang che in sede parlamentare avrebbe inevitabilmente fatto lievitare ad un numero inverosimile le aziende sanitarie”. “Sono sicuro – osserva Russo – che i miei interlocutori erano in buona fede, ma le loro proposte non erano razionalmente, organicamente ed economicamente sostenibili e avrebbero creato un “vulnus” alla coerenza dell’azione di riorganizzazione e di rigore faticosamente intrapresa dal governo, da molti condivisa a parole ma spesso smentita dai fatti. Si sarebbe inoltre aperta la strada alle comprensibili rivendicazioni da parte delle altre sei province, cosa che peraltro è già puntualmente successa”. “Non ci siamo sottratti – aggiunge – all’impegno di costituire tre nuove aziende nelle aree metropolitane: proprio partendo dalla specificità del numero di abitanti di Palermo, Catania e Messina avevo proposto di costituire tre nuove aziende territoriali anziché ospedaliere. Inoltre, proprio per venire incontro all’idea di sperimentare il cosiddetto ‘modello Leontini’, nelle città di Palermo, Catania e Messina sarebbe stata subito attuata la separazione tra la funzione territoriale e quella ospedaliera, proprio come richiesto dal capogruppo del Pdl”.
http://www.regione.sicilia.it/SANITA/default.asp?pg=476
Piano di rientro 2007-2009: http://www.regione.sicilia.it/SANITA/media/UserFiles/File/Piano%20di%20Rientro.pdf
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