LO SMI AL MINISTRO SACCONI:IL RINNOVO DELLE CONVENZIONI E’ UN RAGGIRO A DANNO DEI MEDICI
21 gennaio 2009 at 19:13 Lascia un commento
LA CATEGORIA, OSTAGGIO DI REGIONI, ENPAM E GOVERNO, PERDE LA META’ DEGLI INCREMENTI ECONOMICI PREVISTI DALLA PREINTESA
Il Sindacato dei Medici Italiani (SMI), ha inviato una lettera al ministro del Welfare, Maurizio Sacconi criticando duramente la preintesa per il rinnovo delle convenzioni dei medici di medicina generale, specialistica ambulatoriale e pediatri, firmata il 22 dicembre. Chiesto formalmente un incontro al ministro e la riapertura delle trattative.
Salvo Calì, segretario nazionale dello SMI, ha spiegato le ragioni che lo hanno portato a inviare questa Lettera Aperta: «Da mesi chiediamo solo che vengano dati gli arretrati: “pochi, maledetti e subito”. Invece, dopo una lunga, troppo lunga trattativa, arriva il regalo di natale: “la preintesa-pasticcio”. Il famoso 4,85% promesso si riduce ad un misero 3%. Spiccioli. E chissà quando arriveranno! In compenso gli obblighi e le norme vessatorie non mancano. L’Enpam voleva più soldi e glieli hanno dati. Le Regioni volevano cambi organizzativi a “costo zero” che snaturano il lavoro dei medici. Li hanno serviti. Il Governo voleva risparmiare. L’ha ottenuto. Rimane un mistero: perchè alcuni sindacati si sono affrettati a firmare ? La stessa fretta qualche anno fa, fece perdere ai medici convenzionati quel “lodo Fini” (uno 0,7% in più) che invece venne riconosciuto agli ospedalieri. Ora un altro accordo con una tempistica sciagurata». «I medici di medicina generale e del territorio – ha concluso Calì -sono il fulcro delle cure primarie e il futuro di una sanità moderna in grado di rispondere alle sfide di una domanda di salute radicalmente mutata. Invece, siamo alle solite: sottovalutazione del tema delle risorse, ancora inadeguate, nessun progetto concordato con i medici per la riorganizzazione dei servizi sul territorio, nessuna attenzione alla sofferenza economica di una categoria che subisce una forte pressione fiscale e inflattiva. Per tutte queste ragioni, chiediamo un incontro al ministro e che si riaprano le trattativa»
Roma, 21 gennaio 2009
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