Archive for gennaio, 2009
SICILIA/SANITA’: CISL AD ARS, NO A TELENOVELA CHE NASCONDE INTERESSI
SICILIA/SANITA’: CISL AD ARS, NO A TELENOVELA CHE NASCONDE INTERESSI |
Palermo, 28 gen. I trecento emendamenti al disegno di legge di riforma della sanità siciliana, presentati oggi in commissione, all’Ars, ”fanno pensare a una manovra per mantenere immutato lo status quo”. A dirlo e’ la Cisl Sicilia, che chiede all’Assemblea regionale una ”riforma di svolta” e rivolge un ”appello” a governo della Regione e Ars ”affinchè a Palazzo dei Normanni prevalgano concretezza e responsabilità e si eviti la palude della guerra per bande”. ”Ci aspettiamo una riorganizzazione incentrata su prevenzione, medicina del territorio, rete ospedaliera e di emergenza”, dichiara Maurizio Bernava, segretario generale. In dettaglio, il sindacato sollecita ”scelte chiare” riguardo agli investimenti nel settore. E indirizzi precisi in fatto di costi standard delle prestazioni; omogeneita’ di parametri per il pubblico e i privati in convenzione; controllo della spesa farmaceutica; integrazione nel territorio tra presi’di ospedalieri e strutture di base. Inoltre, rivendica ”il decollo in tempi brevi dell’annunciato sistema informativo e della nuova anagrafe sanitaria regionali”. E invoca la ”restituzione ai medici di famiglia di una piu’ incisiva centralità”. Oltretutto, rileva Bernava, a sollecitare la svolta sono ”un federalismo fiscale dai contorni indefiniti ma ormai alle porte”. E l’urgenza di ”sbarrare la porta agli interessi mafiosi e alle sovrapposizioni, distorsioni e duplicazioni di strutture e prestazioni assistenziali”. ”Non vorremmo – scrive la Cisl – che il fiume degli emendamenti così come la telenovela dei dibattiti infiniti su modelli teorici, a cui abbiamo assistito in queste settimane, nasconda l’intento di non intaccare, anche a rischio del commissariamento dell’assessorato regionale, interessi consolidati e il controllo del settore: dai flussi di spesa alla nomina dei manager”. E’ per una riorganizzazione che metta ”paletti alla finanza allegra di settore” che, ”fin dal primo istante – ricorda il sindacato – abbiamo spezzato una lancia in favore della volontà risanatrice dell’assessore Russo”. 28-01-2009 (ASCA) |
2010, SSN rischia voragine da 10 MLD
2010, SSN rischia voragine da 10 MLD
La spesa sanitaria italiana continua a crescere, e più rapidamente del prodotto interno lordo (Pil). “Al punto che nel 2010 la forbice tra finanziamento statale e spesa rischia di aprire una voragine da 10 miliardi”
E’ da allarme rosso l’avvertimento degli economisti del Ceis, il centro per gli studi economici e finanziari della facoltà di economia dell’università Tor Vergata della Capitale, che ieri mattina a Roma hanno presentato il loro VI Rapporto sanità 2008. La spaventosa differenza tra finanziamento e spesa per il Ssn “dovrebbe essere colmato dalle Regioni con recuperi di efficienza, o inasprendo la compartecipazione dei cittadini. O tagliando i servizi”. Un quadro ben poco edificante anche alla luce delle numerose Regioni con i conti in affanno. E che suona minaccioso per i portafogli degli italiani. In base ai dati, infatti, “già oggi i cittadini pagano di tasca propria un gran numero di prestazioni sanitarie, che influiscono pesantemente sulla gestione economica delle famiglie. Sono 349.180 le famiglie – prosegue il Rapporto – che nel 2006 si sono impoverite per le spese sanitarie impreviste di cui si sono dovute far carico. Un numero pari all’1,5% del totale e a cui se ne aggiungono 861.383 (il 3,7%) che hanno dovuto fare i conti con ‘spese catastrofiche’ che hanno prosciugato le proprie risorse”. In questo quadro il richiamo degli economisti è, ancora una volta, alle possibili conseguenze nefaste di un federalismo che non pensi a un “ridimensionamento ben calibrato del modello di compartecipazione”. Altrimenti, ammoniscono, “si rischia di inasprire le differenze già evidenti tra servizi sanitari regionali”.
“Parlare di equità e uniformità – prosegue il Rapporto Ceis 2008 – è difficile anche allo stato attuale: a partire dalla spesa sanitaria le Regioni registrano dati fortemente diversificati, che confermano la netta divisione tra Nord e Sud. Se la media nazionale pro capite è di 1.744 euro – continua il documento – Trentino Alto adige, Lazio e Valle d’Aosta hanno una spesa superiore a 1.970 euro, mentre in Basilicata e Calabria la cifre scende sotto i 1.600”. Nel periodo 2000-2006 “circa i due terzi delle Regioni sono intervenute riducendo sia la percentuale di strutture che quella dei posti letto. Casi estremi il Veneto (-42,1% delle strutture e -15,4% dei posti letto) e Friuli Venezia Giulia (-8,3% e -21,1% rispettivamente). In controtendenza il Molise, con un +22,2% di strutture e +16,6% di posti letto”. L’imminente crisi si rifletterà negativamente sul sistema sanitario con conseguenze sulle famiglie ‘fragili’. Di contro si fanno passi in avanti sul federalismo e si spera che le Regioni con i conti in rosso riescano a rientrare dal deficit. E per fortuna va avanti la riduzione delle strutture sanitarie marginali e dei posti letto, seppure in maniera disomogenea.
Da “Doctornews” 28 gennaio 2009
LO SMI AL MINISTRO SACCONI:IL RINNOVO DELLE CONVENZIONI E’ UN RAGGIRO A DANNO DEI MEDICI
LA CATEGORIA, OSTAGGIO DI REGIONI, ENPAM E GOVERNO, PERDE LA META’ DEGLI INCREMENTI ECONOMICI PREVISTI DALLA PREINTESA
Il Sindacato dei Medici Italiani (SMI), ha inviato una lettera al ministro del Welfare, Maurizio Sacconi criticando duramente la preintesa per il rinnovo delle convenzioni dei medici di medicina generale, specialistica ambulatoriale e pediatri, firmata il 22 dicembre. Chiesto formalmente un incontro al ministro e la riapertura delle trattative.
Salvo Calì, segretario nazionale dello SMI, ha spiegato le ragioni che lo hanno portato a inviare questa Lettera Aperta: «Da mesi chiediamo solo che vengano dati gli arretrati: “pochi, maledetti e subito”. Invece, dopo una lunga, troppo lunga trattativa, arriva il regalo di natale: “la preintesa-pasticcio”. Il famoso 4,85% promesso si riduce ad un misero 3%. Spiccioli. E chissà quando arriveranno! In compenso gli obblighi e le norme vessatorie non mancano. L’Enpam voleva più soldi e glieli hanno dati. Le Regioni volevano cambi organizzativi a “costo zero” che snaturano il lavoro dei medici. Li hanno serviti. Il Governo voleva risparmiare. L’ha ottenuto. Rimane un mistero: perchè alcuni sindacati si sono affrettati a firmare ? La stessa fretta qualche anno fa, fece perdere ai medici convenzionati quel “lodo Fini” (uno 0,7% in più) che invece venne riconosciuto agli ospedalieri. Ora un altro accordo con una tempistica sciagurata». «I medici di medicina generale e del territorio – ha concluso Calì -sono il fulcro delle cure primarie e il futuro di una sanità moderna in grado di rispondere alle sfide di una domanda di salute radicalmente mutata. Invece, siamo alle solite: sottovalutazione del tema delle risorse, ancora inadeguate, nessun progetto concordato con i medici per la riorganizzazione dei servizi sul territorio, nessuna attenzione alla sofferenza economica di una categoria che subisce una forte pressione fiscale e inflattiva. Per tutte queste ragioni, chiediamo un incontro al ministro e che si riaprano le trattativa»
Roma, 21 gennaio 2009
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