Archive for marzo, 2008
PROGETTO DONNA E AMBIENTE
alimentazione naturale, raccolta differenziata e compostaggio
Maria Concetta Giuliano
Medico di Famiglia – Gravina di Catania
Riparte il 17 Aprile l’incontro su “alimentazione naturale e compostaggio”, presso il Centro Civico del Comune di Gravina di Catania, il percorso itinerante tra i Comuni Etnei del “Progetto Donna e Ambiente” iniziato nella Primavera del 2007 e che si sviluppa in collaborazione tra i Medici della COSMO (Cooperativa di Medici di Medicina Generale), della SIMG (Società Italiana di Medicina Generale), dell’ISDE (Medici per l’Ambiente); è sostenuto dal Patrocinio dell’Università degli Studi di Catania, dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Catania, dell’AUSL 3 di Catania, dei Comuni Etnei e soprattutto dalla attiva partecipazione delle donne.
Il Progetto, si inserisce nel Piano d’Azione Agenda 21 – ovvero un processo partecipato che sulla base delle emergenze e delle criticità locali, tende allo sviluppo sostenibile, in grado di rispondere alle necessità del presente senza compromettere il futuro delle prossime generazioni e promuovere tra i cittadini le buone pratiche ambientali attuabili nella vita di tutti i giorni.
Il Progetto – che si articola attraverso diversi incontri itineranti nei vari Comuni dell’Interland Etneo sul parto naturale, l’allattamento al seno, l’alimentazione naturale, raccolta differenziata e compostaggio, ciclicità nella donna e contraccezione, mira alla costituzione di una capillare rete territoriale tra operatori sanitari e sociali del Territorio e gruppi attivi di sostegno in grado di accompagnare, educare e supportare la coppia dal concepimento ai primi passi del bambino, iniziando un processo educativo e formativo da proseguire in ambito scolastico.
Progetto “donna e ambiente” perchè alla base della ecologia e sostenibilità della vita vi è la comprensione ed il rispetto della fisiologia di quel particolare periodo che va dal concepimento fino ai primi anni di vita periodo in cui le donne esposte alle sostanze chimiche disperse nell’ambiente le trasferiscono attraverso la placenta e/o attraverso il latte materno ai loro bambini che in seguito trascorreranno i primi anni di vita respirando le polveri domestiche o del suolo, mangiando cibi spesso addizionati di prodotti chimici.
Alimentazione naturale
L’alimentazione biologica non è un’invenzione degli ecologisti, ma risale a 10 mila anni fa, epoca in cui l’agricoltura poteva considerarsi “biologica”, in quanto non utilizzava agenti chimici – come fertilizzanti e pesticidi – il cui primo utilizzo risale solo a 150 anni fa.
Mangiare biologico è una scelta di vita, un’alternativa ai cibi meno sicuri. Dopo i vari scandali su polli e mozzarelle alla diossina, mucca pazza e carni agli estrogeni, alimenti transgenici nascosti nei prodotti preconfezionati, il rapido e progressivo incremento di allergie alimentari inducono un numero sempre maggiore di persone a ricercare alimenti naturali. Le motivazioni che possono spingere sempre più famiglie a scegliere cibi biologici sono quindi molte, e stanno alla base di un settore, quello bio, in crescita costante. Anche la grande distribuzione vende prodotti biologici con marchi di qualità e sono in aumento istituzioni quali asili e scuole elementari che offrono menu stagionali e prodotti biologici. Malgrado ciò, il costo – va purtroppo sottolineato – dei prodotti biologici è ancora per molte famiglie troppo caro rispetto a quello dei cibi tradizionali, anche se in questo ci vengono incontro i mercatini rionali bio, i gruppi di acquisto e di offerta.
L’agricoltura biologica ha lo scopo di produrre cibi che, non solo non danneggiano la salute dell’uomo non creando residui chimici nell’organismo, ma non danneggia nemmeno l’ambiente, in quanto usa metodi di coltivazione e di allevamento che rispettano l’equilibrio naturale e la vita degli animali. I metodi di allevamento sono rispettosi della salute degli animali allevati, in quanto solo da animali sani possono derivare cibi sani. Le colture biologiche vengono difese dalle malattie e dai parassiti introducendo insetti predatori che si cibano degli stessi insetti che danneggiano le coltivazioni. Gli alimenti biologici sono alimenti ottenuti secondo le nuove concezioni agroalimentari che assicurano la provenienza dei cibi da colture che escludono l’uso di prodotti sintetici, quali: concimi, antiparassitari, pesticidi. I terreni usati per l’agricoltura biologica sono puri, ovvero, lontani da fonti di inquinamento quali autostrade e industrie, e su di essi non sono stati usati agenti chimici per diversi anni. In essi l’unico tipo di fertilizzante ammesso è naturale e il tipo di lotta contro le malattie è biologico.
In sintesi:
• Gli alimenti biologici non possono essere coltivati in una azienda agricola che non rispetta determinate norme e cautele. Per difendere colture o arricchire il suolo si possono usare prodotti di esclusiva derivazione naturale (letame, sostanze minerali, compost) evitando l’impoverimento del terreno e l’inquinamento delle falde acquifere.
Invece dei fitofarmaci vengono usate tecniche agronomiche che prevedono l’aumento della fertilità del terreno e la salvaguardia dell’ecosistema, perseguendo l’equilibrio tra le varie specie vegetali ed animali.
• Nella trasformazione degli alimenti biologici non sono consentite sostanze conservanti e coloranti quali acido benzoico e benzoati (E210-19).
• Anche le trappole per gli insetti dannosi devono essere naturali.
• Vanno coltivate solo varietà vegetali adatte all’ecosistema locale, per natura più resistenti ai parassiti e alle malattie.
• I metodi di allevamento devono tutelare animali e ambiente con l’uso di mangimi biologici, di farmaci veterinari omeopatici o naturali, e con il rispetto delle norme sul benessere degli animali.
• Le aziende ad agricoltura biologica devono essere “isolate” da quelle confinanti che non la praticano: per separare vengono usate siepi che garantiscono anche la biodiversità sul territorio.
• Per essere dichiarati biologici i prodotti devono essere coltivati in terreni dove da almeno due anni è stato sospeso l’uso si prodotti chimici di sintesi. Il periodo di transizione dalla coltivazione convenzionale a quella biologica viene chiamato “periodo di conversione”.
La normativa che regolamenta la produzione e commercializzazione degli alimenti biologici è stabilita dal regolamento CEE 2092/91, che stabilisce anche che – sui prodotti biologici – debbano comparire le etichette con le seguenti diciture: cibo proveniente da agricoltura biologica; regime di controllo CEE; nome e sigla organismo di controllo; codice del produttore.
A tutto ciò va aggiunto che la “vera” dieta mediterranea, di cui dovremmo essere i paladini considerato che la Sicilia e’ tra le terre con il maggior numero di aziende agricole biologiche (purtroppo più apprezzate all’estero che non qui), è stata candidata ufficialmente a Barcellona come patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. La candidatura congiunta redatta da Spagna, Italia, Grecia e Marocco, attraverso dei gruppi di lavoro che approfondiranno le motivazioni (culturali, storiche, produttive, paesaggistiche, alimentari e sociali) che ne giustifichino il riconoscimento dell’organismo Onu. Tuttavia, se da noi non si interviene globalmente sul controllo dello smaltimento dei rifiuti anche il completo rispetto di tali normative diventa vano, trovandoci a dover combattere l’inarrestabile processo di inquinamento di aria, acqua e suolo.
Se decidi di consumare uova, non acquistare uova da allevamento in gabbia.
Occhio al codice
Le uova devono essere etichettate obbligatoriamente sia sul guscio che sulla confezione di vendita anche secondo il metodo di allevamento.
Le norme in vigore prevedono quattro tipologie di uova identificate da un codice in cui il primo numero descrive il sistema di allevamento.
Fai attenzione: sulle confezioni di uova di batteria la dicitura “uova da allevamento in gabbia” è generalmente riportata al di sotto della confezione e scritta in maniera non adeguatamente leggibile.
E ricorda: le diciture come “uova di fattoria” o “di campagna” non corrispondono a reali spazi di libertà: sono diciture di fantasia, spesso usate proprio per uova da galline in gabbia. “
per saperne di più http://www.infolav.org/lenostrecampagne/allevamenti/comericonoscereleuova/index.htm
RACCOLTA DIFFERENZIATA E COMPOSTAGGIO
L’adozione di corretti comportamenti nella gestione dei rifiuti che produciamo comporta alcune piccole modifiche dei nostri stili di vita, dalla scelta di cosa mettiamo nel carrello della spesa alla organizzazione di come e quando conferire gli scarti di ciò che consumiamo. Produrre meno rifiuti, separarli correttamente e conferirli in modo differenziato è un ciclo che richiede attenzione e partecipazione continua: ciò che può sembrare una “inutile complicazione” delle nostre giornate, già piene di impegni e incombenze, è in realtà un valore di cui tutti possiamo beneficiare e che tutti contribuiamo a realizzare. Ognuno dovrebbe imparare a produrre meno rifiuti e riciclare di più, riconoscendo e separando, tra gli innumerevoli prodotti che acquistiamo e di cui ci serviamo, quelli che possono essere riciclati, riutilizzati e destinati ad un nuovo futuro. Insieme al miglioramento costante dei servizi, formare e sostenere la crescita di questa sensibilità e mettere a disposizione della cittadinanza le informazioni e gli strumenti più opportuni rappresenta un nostro dovere essenziale. Quanto più saremo consapevoli delle responsabilità assegnate a ognuno di noi e del loro valore civico, tanto più potremo godere in modo diffuso e condiviso del piacere di vivere in un ambiente salubre.
La missione è quindi diffondere le buone pratiche ambientali attuabili nella vita di tutti i giorni suggerendo le scelte relative alle tecnologie per il risparmio delle risorse e dell’energia. Lo smaltimento dei rifiuti tramite discariche controllate, il riciclaggio,il compostaggio ed il recupero energetico non sono processi alternativi ma complementari. Riduzione, Riutilizzo del materiale tal quale, Riciclaggio della materia costituente il materiale raccolto e Recupero sono i nuovi quattro imperativi che si impongono per affrontare correttamente il problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani (le quattro R).
Per risolvere il problema rifiuti si deve intervenire su ogni fase della produzione del rifiuto, soprattutto, quando possibile, all’origine della formazione del bene che diverrà rifiuto; massimizzare il riutilizzo o il riciclaggio e infine sfruttare il contenuto energetico mediante la produzione di compost, biogas o la termocombustione di ciò che non è stato possibile valorizzare. Alla fine di questo processo la frazione destinata a discarica , sempre e comunque presente, sarà di quantità estremamente inferiore a quella di partenza e, se trattata opportunamente, molto stabile. La raccolta differenziata se ben organizzata e spiegata ai cittadini può portare a riciclare anche il 70-80% dei rifiuti.
Il compostaggio domestico è un processo per ricavare buon terriccio dagli scarti organici della cucina di casa (scarti di frutta, alimenti vari, pose di caffè, thè, ecc…) e del giardino (foglie, fiori, ramaglie e quant’altro c’è di rifiuto vegetale…). E’ importante solo seguire poche norme per ricavare dell’ottimo terriccio molto fertile da utilizzare convenientemente per le proprie piante ed aiutando l’ambiente a smaltire in maniera biologicamente sana i rifiuti che altrimenti andrebbero persi. Il compost è il risultato del processo di decomposizione che avviene naturalmente sulle sostanze vegetali alla fine del loro processo vitale. L’esempio tipico della trasformazione a cui vanno incontro queste sostanze è ad esempio l’humus che si trova nel sottobosco: foglie e rametti morti si trasformano nel giro di alcuni mesi. in questa sostanza soffice e profumata che ha importanti proprietà di fertilizzazione del terreno. A livello domestico si possono ricreare le condizioni ideali per la fermentazione e la trasformazione di compost di tutto quanto sopra elencato; i tempi di trasformazione sono così più brevi che in natura:in 4-6 mesi si riesce ad ottenere una trasformazione completa.
L’incontro, che si terrà a Gravina di Catania, nell’aula della Biblioteca Comunale del Centro Civico, prevede gli interventi del Dott. Gaetano Bonfiglio (Medico Ortopedico e Sindaco di Gravina di Catania), del Prof. Giansalvo Sciacchitano (Vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Catania, della Dott.ssa Giovanna Fidelio (Direttore del Distretto ASL di Gravina), del Dott. Domenico Galvagno (Presidente della Simeto Ambiente), dell’Ing. Agata Milazzo (Docente a contratto della Facoltà di Agraria, Università di Catania) e della Dott.ssa Maria Concetta Giuliano (Medico di Famiglia, Gravina di Catania).
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